Dal solstizio fino a San Pietro e Paolo: rituali e gesti “magici” di questo periodo dell’anno

Il 29 giugno si chiude il periodo magico del solstizio e in molte zone d’Italia si usa, da tempo immemorabile “fare la barchetta”. Si fa scivolare, lentamente, un albume d’uovo in una brocca d’acqua

La barca di San Pietro 2020 - 3

Le credenze e le usanze si accompagnano spesso ai ritmi della vita contadina, ma vi è anche un folklore ispirato dai cicli delle stagioni e dagli elementi naturali, dalla flora e dalla fauna, dalla terra e dall’acqua, dai corpi celesti.

Sole e luna sono gli astri che più hanno colpito la fantasia popolare: canzoni, poesie e rime, frasi a carattere superstizioso e proverbi, si riallacciano a una saggezza antica. I grandi falò che ancora oggi vengono accesi nei momenti di festa, allo scandire delle stagioni, racchiudono la forza del sole. Sole che illumina, che scalda, che dona la vita. E se il sole è il fuoco, la luna si rapporta alle acque, il cui culto ha origini antiche. All’acqua così come al fuoco, sono state riconosciute virtù terapeutiche e purificatorie. I nostri antenati celebravano riti avvalendosi di immagini e gesti simbolici.

In molte zone d’Italia vi era l’abitudine di far nascere i bambini accanto al focolare poiché si vedeva in esso la forza del sole e l’energia vitale del fuoco. In molti paesi europei, si usava compiere scongiuri e gesti atti a proteggere i neonati dai poteri delle fate. La fiaba della Bella Addormentata ci riporta proprio a queste tradizioni. Le fate potevano elargire doni o rapire i bambini e per esorcizzare i timori legati alle malattie e al delicato momento del parto si mettevano in atto gesti simbolici che spesso vedevano protagonista l’uovo, alimento molto usato nella cucina contadina, di cui si utilizzava ogni elemento. L’usanza della Barchetta di San Pietro è antichissima e si riallaccia a simbologie e significati. I contadini usavano ogni elemento della natura per conoscere gli esiti dei raccolti o prevedere i cambiamenti climatici.

Dall’osservazione della natura hanno preso forma proverbi: “tanti foeui sula lova da frumantum disan che l’invernu sarà frecc e girum” (Tante foglie sulla pannocchia del frumento stanno a indicare un’inverno lungo e freddo, con gelate frequenti). Dalle cipolle al grano, tutto poteva essere utilizzato per trarne oracoli. Non da meno l’uovo il cui albume, posto in una caraffa d’acqua, assumeva le forme più bizzare. Dal solstizio fino a San Pietro e Paolo si svolgevano rituali e gesti “magici”.

I Santi apostoli Pietro e Paolo sono figure importanti per la chiesa cattolica. San Pietro viene indicato come il primo pontefice e San Paolo protettore dei vescovi e dei missionari; entrambi patroni della capitale. Due uomini diversi, il cui martirio è ancora avvolto da alcune incertezze specialmente riguardo le date. Secondo alcune teorie il 29 giugno è stato intitolato ai due santi allo scopo di cancellare la ricorrenza pagana in cui si esaltava la figura dei fondatori di Roma : Romolo e Remo. Le leggende che sono nate in corrispondenza al culto di San Pietro sono numerose. Una, in particolare, riguarda la madre dell’apostolo. Si dice che la donna avesse un carattere un po’ troppo irrequieto e che alla sua morte fu condannata, per questo, all’inferno ma con una concessione: il giorno della festa dedicata al figlio avrebbe potuto uscire così da compiere qualche buona azione che le avrebbe permesso di raggiungerlo in paradiso. Almeno questa sarebbe stata la possibilità messa a sua disposizione ma da lei non accolta anzi… la si ritiene responsabile di violenti temporali. Ancora oggi, in molti luoghi, a San Pietro, non si entra in acqua poiché si dice che la madre del santo “ tira giù per le gambe” facendo affogare chi si azzarda a nuotare nel momento in cui lei scatena la sua ira . Stesse peculiarità vengono attribuite a Sant’Anna, tanto che nel giorno a lei dedicato, in molti si astengono dal fare il bagno nei laghi.

La barchetta di San Pietro

Il 29 giugno si chiude il periodo magico del solstizio e in molte zone d’Italia si usa, da tempo immemorabile “fare la barchetta”. Si fa scivolare, lentamente, un albume d’uovo in una brocca d’acqua, non mancano in molti casi litanie e frasi tramandate e segrete. Si lascia la brocca in giardino e la mattina successiva si “leggeranno” le forme ottenute dall’albume rappreso. La scienza ha una spiegazione a questo fenomeno: la terra durante il giorno raccoglie molto calore mentre la notte la temperatura subisce un calo. L’effetto dato dallo sbalzo termico e dalla rugiada notturna andrà a modificare il contenuto della brocca e l’uovo assumerà la forma di una barca con tanto di pennoni alzati e vele spiegate o ammainate. Da questi disegni, che la tradizione dice dovuti al passaggio del santo, che si ferma, casa per casa, a soffiare sulle caraffe, i contadini traevano auspici per l’esito dei raccolti, il meteo, la salute e l’amore.

Cesarina Briante “la Fata strega degli incanti Somma Lombardo”

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