La Quadrophenia degli Who
Anni dopo ne fu anche tratto un film con Sting protagonista
Anche nella musica ogni tanto i momenti di crisi originano opere di grande valore. Gli Who erano oramai delle superstar mondiali ma il 1972 era stato un anno improduttivo per la band: non avevano pubblicato nulla, alcuni tra loro preparavano album solisti, Keith Moon giocava un po’ a fare l’attore, e il fallimento del progetto Lifehouse, pur avendo portato a quel capolavoro di Who’s next, aveva lasciato qualche insoddisfazione. Un po’ di anarchia fra i quattro, che, giocando fra la schizofrenia e la quadrifonia (moda di scarso successo dell’epoca), Pete finì col chiamare Quadrophenia. Si rimise al lavoro – sarà il primo album degli Who tutto composto solo da lui – con un metodo che sarebbe poi stato usato da molti: il ritorno alle origini, che per loro era il periodo dei Mods. Contattò alcuni dei fan dell’epoca, si lasciò ispirare e compose questa rock opera su un giovane mod che, in crisi per tanti motivi, finirà anche lui per cercare le sue origini a Brighton, sul mare. Disco doppio, bellissimo, fu anch’esso la fine di una loro Golden Era: c’è chi la fa iniziare con Tommy e chi, me compreso, con Sell Out, ma di dischi di questa forza non ne fecero più, anche se incidono ancora.
Curiosità: il lancio di Quadrophenia in Inghilterra fu reso complicato dalla mancanza di vinile. Era difatti iniziata la guerra del Kippur e i paesi dell’Opec avevano proclamato un embargo contro i paesi che supportavano Israele. E dato che il vinile si produce dal petrolio…
La rubrica 50 anni fa la musica
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