Cosa si intende per cattivo pagatore
Gli enti finanziari, tra i servizi che offrono, c’è ne sono tanti che riguardano i prestiti. L’erogazione di denaro ad altre persone, con la presenza solo di credenziali (cioè di certezze) per il risarcimento del prestito, oggi sono all’ordine del giorno

Gli enti finanziari, tra i servizi che offrono, c’è ne sono tanti che riguardano i prestiti. L’erogazione di denaro ad altre persone, con la presenza solo di credenziali (cioè di certezze) per il risarcimento del prestito, oggi sono all’ordine del giorno.
Sono innumerevoli le persone che si ritrovano ad avere bisogno di denaro e a doverlo chiedere alle banche o ad altri enti finanziari. Nel velocizzare le pratiche e per avere garanzie di non soffrire poi di truffe, sono stati creati dei sistemi di controllo.
Un nuovo utente che chiede un piccol prestito, perfino di appena 200 €, può dover presentare delle garanzie che sono busta paga, introiti di denaro che derivano da altri fonti (come ad esempio case affittate) oppure mostrare che ha delle proprietà. In questo modo l’ente finanziario ha la piena conoscenza del piano economico del cliente e quindi eroga il denaro.
I dati del nuovo cliente finiscono in un sistema denominato CRIF che è appunto il centro rischi intermediari finanziari. Non finisce qui… la CRIF scrive e segnale soprattutto il “comportamento di restituzione” del prestito. Le rate mensili o altre forme di restituzione del prestito, hanno una scadenza mensile. Il cliente, il pagatore, deve assolutamente rispettare queste richieste e ciò vuol dire che nella data della scadenza rata deve restituire il denaro.
In caso ci sono contrattempi come: pagamento in ritardo della rata, salto della restituzione a uno o più mesi, ecco che da pagatore viene immesso nel sistema la parola: cattivo. Indica quindi che il soggetto non è stato attento nel rispettare la richiesta della restituzione.
COSA VUOL DIRE: CATTIVO PAGATORE?
Il cattivo o buono pagatore sono dei termini che, come spiegato in precedenza, identificano il comportamento del cliente. Non pagando le rate o pagandole in ritardo, si arriva ad essere considerato “cattivo”, vale a dire un soggetto di cui fidarsi poco. Però esso viene immesso nel sistema anche per situazioni più gravi come ad esempio la totale mancanza di restituzione del prestito. Quando si finisce con l’essere protestati oppure si è in fase di pignoramento, il termine “cattivo” diventa fisso, nel sistema di controllo CRIF, fino a 60 mesi che sono circa 5 anni.
Oggi tutti coloro che chiedono un prestito possono vederselo negare proprio perché c’è il controllo nel sistema. Dunque non si ha più la possibilità di chiedere prestiti, fidi, leasing e nemmeno delle fideiussioni.
Come eliminare questa “classificazione”
C’è la possibilità di passare da cattivo o buon pagatore. Intanto dovete prevenirlo essendo appunto attenti a non rimanere inevase, cioè non pagate, delle rate di restituzione del prestito. Tuttavia se avete avuto problemi economici seri, quindi siete ormai stati travolti dalla sentenza della CRIF potete risolvere il tutto in due modi.
Il primo è saldare il dovuto e far intervenire un avvocato per parlare direttamente con il CRIF in modo da velocizzare i tempi di eliminazione della classificazione in “cattivo”. Altrimenti potete parlare direttamente con l’ente finanziario che vi ha segnalato alla CRIF. In quest’ultimo caso sarà l’ente a giudicare la situazione con voi e quindi a valutare la richiesta di cancellazione.
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