Il divieto dei cibi costruiti in laboratorio è legge. L’esultanza del presidente lombardo Fontana
Il presidente ribadisce il sostegno della Regione a difesa delle sue filiere e di un settore che è un'eccellenza a livello mondiale

«Dopo l’approvazione definitiva della legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori, la battaglia si sposta in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini». E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di agricoltori e allevatori che hanno lasciato campagne e stalle per scendere in piazza per festeggiare l’approvazione da parte della Camera della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.
La legge sul cibo artificiale, afferma Coldiretti, è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati Made in Italy con la dieta mediterranea proprio nel giorno del compleanno della sua iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, avvenuta il 16 novembre del 2010. La legge è dunque un impegno a difesa della dieta mediterranea ma anche, sottolinea la Coldiretti, un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare.
«Una eventuale richiesta di autorizzazione alla commercializzazione che dovesse pervenire all’Ue – secondo la Coldiretti – non potrebbe essere valutata con le procedure ordinarie dei novel food ma per gli ingredienti utilizzati vanno applicate nell’Unione Europea le stesse procedure previste per i medicinali, che necessitano di approfondite prove sperimentali. Una esigenza alla luce del fatto che, dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel Rapporto Fao e Oms che parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media».
Soddisfatto del risultato si dice il governatore lombardo Attilio Fontana: « Bene, anzi benissimo. Un provvedimento che la Lombardia ha sempre sostenuto con forza, a difesa delle sue filiere e di un settore in cui rappresentiamo un’eccellenza mondiale. Ora questa legge diventi modello in Europa e altri Paesi finalmente si accorgano che la risposta alla domanda di cibo sano e di qualità è nei nostri allevamenti e non nel bioreattore di qualche multinazionale»
«Il tema della sicurezza alimentare – commenta l’assessore Beduschi – è centrale nel nostro concetto di agricoltura. Nonostante le polemiche di chi usa perfino il cibo, che è un vanto del Made in Italy, per attaccare l’azione del Governo, oggi è stato fatto un passo decisivo anche per la Lombardia, che vanta il patrimonio zootecnico più importante del Paese e vuole continuare a offrire agli italiani i suoi prodotti tradizionali».
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