Dobbiamo tutelare le nostre antiche tradizioni culturali rispettando la laicità dello stato 

"E' certamente necessario preservare con attività culturali le nostre antiche tradizioni non solo cristiane ma anche greco-romane, importantissimo patrimonio ricco di Arte, di Letteratura, di Filosofia, di Storia e di Cultura, fondamento della nostra Civiltà". L'opinione del lettore

costituzione italiana generica

Egregio Direttore,
desidero esprimere una semplice riflessione riguardo l’opportunità di preservare le nostre importanti e antiche tradizioni culturali e cristiane attraverso una Legge come propongono molti conservatori. E’ certamente necessario preservare con attività culturali le nostre antiche tradizioni non solo cristiane ma anche greco-romane, importantissimo patrimonio ricco di Arte, di Letteratura, di Filosofia, di Storia e di Cultura, fondamento della nostra Civiltà, delle quali noi tutti siamo figli ed eredi indipendentemente dalla fede religiosa e dall’opinione politica, e risulta ipocrita chi propone di non rappresentare i segni della nostra antica Cultura (come il crocifisso e il presepio) per non offendere la sensibilità di chi viene da Paesi stranieri con culture diverse tuttavia imporre con Legge l’obbligo di rappresentare la tradizione culturale cristiana, ancorché importante per la nostra Civiltà, non offende la sensibilità degli stranieri di religione diversa, i quali, se vogliono vivere ospiti in Italia, devono rispettare le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra Cultura e soprattutto le nostre Leggi e la nostra Costituzione democratica, ma quella di quei cittadini italiani che legittimamente non si riconoscono nelle nostre tradizioni culturali cristiane (come i protestanti che non si riconoscono nella tradizione e nella rappresentazione del presepio) infatti la Legge n. 121 del 25/03/1985, che ratifica l’accordo per le modifiche al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, secondo cui la Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa e che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano nel rispetto della libertà di coscienza, afferma che non è più in vigore il principio, richiamato nei Patti lateranensi e stabilito nello Statuto Albertino del 1848, della religione cattolica come sola religione dello Stato.

Non è il diffondersi della religione e della cultura islamica che impoverisce le nostre antiche e importanti tradizioni culturali ma il continuo inaridirsi dei profondi valori culturali, civili, sociali e di solidarietà umana nella nostra società moderna spesso interessata soltanto al vuoto profitto economico e materiale da conseguire a qualsiasi costo, ormai sempre più offuscata dall’arida indifferenza nei confronti della stessa Cultura, del Bene comune e degli “altri” esseri umani. Come ci ha ricordato Papa Francesco i simboli religiosi non devono essere utilizzati solo per vuoti interessi politici di parte e come ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, “il presepe non si può imporre per legge”. Nella colta Sicilia tra il IX e il XIII secolo, durante la dominazione araba, poi normanna e sveva con il saggio e colto imperatore Federico II, vi era un profondo sincretismo culturale tra le diverse etnie e convivevano pacificamente con gli stessi diritti e con gli stessi doveri cristiani cattolici, cristiani ortodossi, musulmani ed ebrei protetti dalle Leggi (le Costituzioni di Melfi del 1231) volute dallo stesso imperatore Federico II, alto esempio di Civiltà (anche oggi) in un’epoca in cui cristiani e musulmani si combattevano duramente nelle crociate; eppure un umile poverello di Assisi aveva il coraggio di andare, accolto come un fratello, a parlare di Pace con il Sultano, come poi fece anche l’imperatore Federico II.

Desidero comunque evidenziare agli estremisti sovranisti e ultraconservatori, che in Europa e negli Stati Uniti vogliono imporre i “valori”, ma solo esteriori, cristiani per la difesa della “razza” e della “cultura bianca” contro l’islam e contro le “altre” culture, che proprio la Germania nazista voleva sostituire con la forza la religione cristiana, considerata, per il suo insegnamento di fratellanza universale, una religione per uomini deboli poiché derivante dall’ebraismo, con gli originari culti pagani ed esoterici germanici e che Papa Pio XI il 14 marzo 1937 con l’enciclica “Con bruciante preoccupazione” condannò la dottrina nazista poiché anticristiana, razzista e pagana, in particolare il culto della razza ariana.

Condivido tuttavia la necessità di tutelare con un intervento legislativo la nostra lingua italiana, ricca di storia culturale e di termini appropriati per ogni argomento, con espressa previsione nella stessa Costituzione come lingua ufficiale della nostra Repubblica affinché nella Pubblica Amministrazione e negli atti pubblici si utilizzi soltanto la lingua italiana al posto del dilagante inglese, come avvenuto in Francia nel 1975.

Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.
Alberto Morandi

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Gennaio 2024
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