La voce di Eos Varese in audizione alla Commissione lavoro della Camera dei deputati

Marzia Giovannini è stata ascoltata su delega di D.I.RE (Donne in Rete) per un parere su tre nuove proposte di legge per l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza

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Marzia Giovannini, presidente di Eos Varese, nei giorni scorsi è stata ascoltata in Commissione lavoro della Camera dei deputati su delega di D.I.RE (Donne in Rete) per un parere su tre nuove proposte di legge per l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.

L’audizione ha riguardato le proposte di legge C. 408 Ascari, C. 510 Ubaldo Pagano e C. 786 Morgante, recanti disposizioni per favorire l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere e delle vittime di violenza con deformazione o sfregio permanente del viso.

«La nostra associazione nazionale D.I.RE – le parole di Marzia Giovannini – che rappresenta 106 Centri antiviolenza e 62 Case rifugio non può che essere favorevole all’introduzione di norme che favoriscano l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere in quanto ciò corrisponde a precisi obblighi assunti dallo Stato con la ratifica della Convenzione di Istanbul (in particolare gli articoli 8, 18 e 20 della Convenzione) e perché questa norme sono strumenti indispensabili, insieme all’autonomia abitativa, nell’ambito del percorso di liberazione delle donne che hanno subito violenza.
Premesso questo, in riferimento alle tre proposte di legge in esame osserviamo quanto segue:
– C. 786 Morgante: è del tutto incongrua e non accettabile la limitazione dell’intervento legislativo alle sole vittime con deformazione o sfregio permanente del viso.
– C. 408 Ascari: pare eccessivamente generica, non puntuale e precisa con riferimento alla Convenzione di Istanbul e alla sua puntuale applicazione la definizione delle donne beneficiarie dell’intervento legislativo (“donne vittime di violenza domestica inserite nei percorsi di protezione attivati dai servizi sociali”).
– C. 510 Ubaldo Pagano: la proposta di legge pare più articolata e completa, sia per quanto attiene alla più precisa definizione delle beneficiarie (“donne vittime di violenza di genere, beneficiarie di interventi di protezione, debitamente certificati dai servizi sociali del Comune di residenza ovvero dai centro antiviolenza o dalla case rifugio”), sia per la previsione, in aggiunta all’inserimento delle stesse nell’ambito della quota di riserva per il collocamento obbligatorio, anche di sgravi contributivi in favore dei datori di lavoro che assumano le vittime con contratto a tempo indeterminato”.

Marzia Giovannini ha anche evidenziato una criticità in merito al C. 510 Ubaldo Pagano: «La previsione di un limite di spesa per gli sgravi contributivi, indicato in cinque milioni di euro. In assenza di qualsiasi quantificazione complessiva del fenomeno e del numero delle beneficiarie degli interventi legislativi non è assolutamente possibile una valutazione sulla concreta efficacia della proposta. L’intervento legislativo è previsto a costo zero: gli oneri per gli sgravi fiscali vengono individuati mediante corrispondente riduzione delle risorse destinate ad altro fondo già esistente (Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili). Dovrebbe, al contrario, avere uno specifico finanziamento e non tratto da altro fondo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Gennaio 2024
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