L’intelligenza artificiale nei processi in sanità: benefici e dubbi etici che il progresso porta con sè
Il tema complesso è stato affrontato in un seminario organizzato dall'Ordine delle professioni sanitarie TSRM-PSTRP. Tra reti neurali e deep learning sono molti gli interrogativi etici che vanno affrontati

L’intelligenza artificiale è ancora una nebulosa. Se ne intravede il potenziale e si sta lentamente mettendo a fuoco come e in che modo rivoluzionerà lo stato dell’arte.
È una tecnologia che riguarderà anche il campo sanitario. Se ne è parlato recentemente nel seminario dal titolo “Funzionamento delle menti naturali e artificiali ed etica delle nuove tecnologie” organizzato dall’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle professioni sanitarie tecniche, delle riabilitazione e della prevenzione (TSRM-PSTRP) della provincia di Varese.
« È ormai una tecnologia pervasiva a cui nessuno può sottrarsi – commenta Roberto Di Bella tecnico sanitario di radiologia medica (master di 2°livello in bioetica e consulenza etica in ambito sanitario) – Si parla di precisione, efficienza ed efficacia ma non sono ancora chiari i meccanismi di ragionamento della macchina ed è doveroso che, a lavori in corso, ci interroghiamo sul ruolo che sarà riservato da qui a cinque anni al professionista della salute, in particolare della nostra area. Tecnici, medici, sanitari in genere, che hanno maturato una professionalità prima sui libri, studiando, e poi sul campo, perfezionandosi con l’esperienza, dovranno cambiare il loro modo di agire: l’Intelligenza artificiale, sta aiutando l’uomo nella produzione, ottimizzando e efficientando processi, sta aiutando i sanitari a curarci meglio intervenendo nel quotidiano, tuttavia è una intelligenza artificiale che decide e fa al posto dell’uomo. Tutto ciò non può che porre interrogativi etici sul ruolo che il professionista dovrà avere».
Il dibattito è aperto a tutti i livelli: se ne discute anche in Europa dove si dovranno definire normative e regolamenti per rispondere anche agli interrogativi che l’arrivo dell’AI pone: «Una parte dell’intelligenza artificiale, il cosiddetto filone simbolista, è trasparente – ricorda Massimiliano Paganini tecnico sanitario di radiologia medica (laurea in Scienze cognitive e processi decisionali) – e quindi sappiamo come funziona il suo processo decisionale. L’AI basata sulle reti neurali, invece, è poco nitida, è una scatola nera, e, al momento, ci sfugge il meccanismo alla base del ragionamento. Il cosiddetto deep learning (apprendimento profondo), poi, è in grado di vedere ben oltre l’occhio umano, di individuare modelli e regolarità che nessuno specialista, anche con una lunga esperienza pregressa, può intercettare. La rete neurale è addestrata su migliaia di dati e informazioni ma il suo ragionamento, oggi, è indecifrabile e questo è il punto centrale del dilemma etico che si pone al professionista: affidarsi alla decisione di una scatola nera? E fino a che punto? E in caso di errore, chi risponde? Il sanitario, il programmatore, l’azienda produttrice? Oggi la responsabilità giuridica è sempre dell’uomo ma domani?»
E ancora: «Quando il rapporto decisionale varierà e si modificheranno i pesi, saremo pronti a considerare l’errore della macchina? Questo è un tema etico molto forte per ognuno di noi e che potrebbe diventare centrale in medicina. È doveroso per noi professionisti della sanità formarci su queste tematiche e riflettere sui cambiamenti che l’intelligenza artificiale porterà con sè. Al di là di quelle che saranno le linee guida e le normative, al di là delle responsabilità collegate a ciascun ruolo, tutti dobbiamo essere disposti a interrogarci sul cambiamento».
Ed è su questi interrogativi che i professionisti dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione hanno iniziato un percorso di collaborazione con il professor Mario Picozzi e il Centro di Ricerca in Etica Clinica (CREC) dell’Università degli Studi dell’Insubria.
«Il dibattito è aperto così come la ricerca. Ci sono segnali importanti di progresso e innovazione tecnologica in tal senso, occorre tuttavia prepararsi (in ogni ambito dalla vita civile e all’ambiente), ad una governance dell’intelligenza artificiale, massimizzando i benefici ma mitigando i rischi. Il processo, però, è avviato e dobbiamo farci trovare preparati, pronti a sfruttarne al massimo i vantaggi. Non possiamo restare indietro, questa è la sfida più avvincente».
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