Come si calcola la tassa dei rifiuti
Non esiste una singola tassa, nel senso che essa varia da Comune a Comune

Ogni anno si pagano le tasse che servono alla Comunità, cioè ad ogni singolo Comune, per gestire al meglio servizi pubblici. La più nota ed anche quella che non tutti vorrebbero pagare perché non sempre si hanno validi servizi, è la TARI: Tassa dei rifiuti.
23 e questo vuol dire che proprio nelle città si ha il prezzo più alto. Nel 2018 venne introdotto un nuovo metodo di calcolo che, secondo il Governo, era più “onesta”, nel senso che non si poteva far pagare a tutti una stessa quota. L’idea è stata quindi quella di fare un calcolo in base a persone e metrature, andando a differenziare le attività commerciali da quelle private. Solo che proprio per le attività commerciali c’è stata una penalizzazione perché non è stato preso in considerazione il settore.
Per esempio un’industria di produzione alimentare produce molta più immondizia di un negozio che vende abbigliamento oppure di un ristorante. Quindi alla fine si è cercato di fare delle modifiche che però non hanno reso soddisfatti molti clienti.
Vero è che grazie a questo calcolo modificato si ha a disposizione una maggiore quantità di denaro che permette di svolgere servizi aggiuntivi che sono utili a tutti.
COME SI CALCOLA LA TARI?
Per quale motivo la Tari è così alta? Perché il mio vicino paga di meno rispetto a quello che pago io?
Torniamo a parlare del calcolo tari che avviene in modo diversificato da nucleo familiare a nucleo familiare. La tassa è composta da una quota fissa che si moltiplica in base agli mq dell’immobile o superfice calpestabile. In più la quota fissa si moltiplica per i componenti che ci sono, cioè per il nucleo familiare che vive nella stessa abitazione. A questo ci si aggiunge una parte variabile, iva e la quota provinciale.
Facciamo quindi un esempio pratico. In un Comune la quota fissa è di 1 €. Una famiglia vive in un appartamento di 50 mq calpestabili. Il risultato è di: 50 €, cioè 1 € x 50 mq. Non è molto, ma poi c’è la quota a persona che parte da un minimo di 20 €. Se in casa vivono 4 persone si ha un costo di 80 € + 50 € = 130 €.
La quota variabile è stabilita in base alla città di pertinenza che ha un calcolo fisso dei servizi che servono per lo smaltimento. In alcuni Comuni è di 100 € e nelle città arriva addirittura ai 350 €. Mettiamo caso che sia di 100 € si aggiunge al calcolo precedente per famiglia, cioè 130 € per un totale di 230 € di Tari. Infine c’è l’aliquota provinciale del 5% che sarebbe (su questa somma) di 2.25 fino ad aggiungere poi l’iva del 22%.
Pagare meno la Tari
Per pagare di meno la Tari esiste un decreto del 2020 in cui le famiglie possono chiedere una diminuzione della tassa in base a ISEE e all’età dell’immobile. La famiglia che vive in una casa molto vecchia, piccola o con un ISEE basso, dovrebbe avere l’esenzione oppure uno sconto.
Il decreto però ha una clausola in cui c’è scritto che tale “agevolazione” può essere fatta solo se lo desidera il Comune: a sua discrezione. Praticamente dovete informarvi se il vostro Comune ha la possibilità economica per evitarvi di pagare questa tassa in base alla vostra situazione economica e immobiliare.
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