
Il confine lontano dall’Europa: astensionismo record da Lavena Ponte Tresa a Cadegliano Viconago
Il caso di Lavena Ponte Tresa, dove si è recato alle urne circa un elettore su quattro. Il comune di confine sulle rive del Ceresio, con il 26,48% di votanti, è ultimo nella classifica generale della provincia di Varese e perde, rispetto alle elezioni del 2019, oltre il 12,30% degli elettori

L’astensionismo colpisce duro nelle aree di confine del Varesotto, dove ci sono diversi paesi in cui la partecipazione al voto è ai minimi storici. Un fenomeno che appare particolarmente evidente nei comuni dove sabato e domenica non si è votato per le amministrative ma solo per le elezioni europee.

Colpisce soprattutto il caso di Lavena Ponte Tresa, dove si è recato alle urne circa un elettore su quattro. Il comune di confine sulle rive del Ceresio, con il 26,48% di votanti, è ultimo nella classifica generale della provincia di Varese e perde, rispetto alle elezioni del 2019, oltre il 12,30% degli elettori.
Seguono Cadegliano Viconago con il 28,32% dei votanti e Cugliate Fabiasco con il 29,6%. Poco sopra il 30% gli altri due comuni della zona, dove si è votato solo per le europee: Marchirolo, con il 30,97% e Cremenaga con il 30,98% di votanti. Un fenomeno che, però, non si ripete negli altri comuni strettamente di frontiera del Varesotto (sempre tenendo come riferimento quelli che andavano al voto solo per le europee): a Luino ha votato il 36,27%, a Porto Ceresio il 37,2, a Saltrio il 40,1 e a Clivio il 42,84.
«E’ un dato che mi ha molto deluso – dice il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino, che è anche presidente dell’Acif, l’associazione dei comuni italiani di frontiera – Non c’è attenzione, l’Unione europea sembra essere un’entità sempre più lontana dall’interesse dei cittadini e questo non è un dato positivo. Per spiegare questi dati credo che concorrano una serie di fattori generali e alcuni territoriali: c’è una disaffezione al voto europeo che si è manifestata a livello nazionale. Ad esempio le nuove generazioni che votano sempre meno, e forse qui è giunto il momento di pensare ad altre modalità, per esempio il voto elettronico».
Per spiegare invece il dato territoriale, secondo Mastromarino, potrebbe essere determinante proprio l’alta percentuale di frontalieri: «Queste zone hanno un tasso altissimo di lavoratori frontalieri, spesso persone che arrivano da altri contesti e che si spostano qui solo per lavorare in Svizzera, paese extra Ue. Lo “sguardo” è dunque su una realtà che non è europea, l’interesse è tutto concentrato sul lavoro e sui guadagni elevati che garantisce il lavoro oltreconfine, l’Europa per queste persone probabilmente è ancora più lontana. E’ una spiegazione plausibile, ma che richiederebbe un’analisi approfondita, con l’incrocio di diversi dati».
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