Il titolare del bar chiuso a Carnago si difende: “Qui mai nessun episodio di violenza”
Con una rettifica ufficiale il titolare dell’attività contesta le accuse che hanno portato alla sospensione di dieci giorni
Vuole difendersi dalle accuse il titolare del Bar del centro di Carnago dopo il provvedimento della questura che ne ha sospeso le attività per dieci giorni.
Con una rettifica ufficiale dall’attività contestano i fatti attribuiti: ne pubblichiamo la versione integrale trasmessa dal suo avvocato:
“In qualità di difensore di fiducia del signor Renato Saccomanno, titolare dell’esercizio pubblico “Bar del Centro” sito in Carnago, mi trovo a dover redigere la presente in relazione agli articoli comparsi in data 24 luglio 2024, in quanto i predetti hanno contenuti diffamatori nei confronti del mio assistito. In particolare, le seguenti frasi: “l’esercizio pubblico in questione è stato teatro di fatti di violenza che hanno visto protagonisti alcuni avventori” “è stata altresì riscontrata la vendita e somministrazione di bevande alcoliche a minorenni” A nome e nell’interesse del mio Assistito, signor Renato Saccomanno, invito a pubblicare quanto sin qui esposto nonché la seguente rettifica:
Il mio assistito, signor Renato Saccomanno, in relazioni agli articoli sopra citati, ritiene opportuno operare alcune doverose precisazioni. Anzitutto mai nessun episodio di violenza si è verificato né all’interno del proprio locale né, tantomeno, nelle pertinenze di esso. In passato si sono verificate delle colluttazioni, ma le stesse sono avvenute a debita distanza dal locale non interessando peraltro nessun avventore. Vieppiù, in nessuna occasione è stata rilevata alcuna somministrazione di bevande alcoliche a minorenni. Il signor Saccomanno ha da sempre collaborato con le Forze dell’Ordine al fine di preservare l’ordine pubblico e sempre continuerà a farlo in virtù del senso civico che gli appartiene. E’oggettivamente impensabile che debba essere il mio assistito a doversi far carico di controlli e prerogative spettanti di diritto alle forze pubbliche, così come è impensabile che il mio assistito possa essere a conoscenza di quanto gli avventori del proprio bar abbiano con sè. Tuttavia, preme sottolineare come mai si sia verificato un utilizzo di sostanze stupefacenti all’interno del locale, così come mai si è verificata attività di cessione di sostanze.
Avv. Riccardo Stucchi”.
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