I sindacati dei medici contro l’Asst Sette Laghi: “Carico di lavoro eccessivo e frenetico. Abbiamo perso la fiducia”

Si accusa l'azienda ospedaliera di essere sorda a ogni richiesta di cambiamento e dialogo. I medici hanno 75.000 giorni di ferie e ogni mese accumulano 20.000 ore di lavoro extra

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Duro attacco dei sindacati dei medici contro l’Asst Sette Laghi. All’origine del grande scontento del personale, rappresentato dalle principali sigle della dirigenza AAROI, ANAAO/ASSOMED, CIMO, FASSID, FP CGIL è la mancanza di dialogo e la “mancata applicazione del contratto”.

Alla fine del gennaio scorso, è stato firmato il nuovo contratto della dirigenza sanitaria che ha previsto significative novità nell’ambito dell’orario di lavoro. Tra le indicazioni, quella sulle ore in esubero necessarie a garantire il servizio che non possono più venire “cestinate” ma devono essere recuperate in modo programmato.

«Da gennaio – spiegano i sindacati –  il tempo del sanitario è più prezioso poiché non è più illimitato, ma deve essere gestito bene e meglio con maggiore tutela di tutti, sia del sanitario sia del paziente perché la stanchezza e lo stress possono generare errore».

L’azienda Sette Laghi, accusano i sindacati, non hanno ancora avviato un confronto costruttivo. I medici dell’azienda vantano ben oltre 75000 giorni di ferie e ogni mese si calcola che ci siano almeno 20.000 le ore fatte oltre all’orario di lavoro e che non sono in alcun modo riconosciute. 

«Questa situazione dovrebbe far pensare a strategie alternative alle attuali – dice l’intersindacale – nel rispetto delle nuove regole del contratto collettivo, dove lo Stato riconosce di non avere sufficiente denaro per retribuire meglio i suoi professionisti, ma stabilisce di non farli lavorare più del dovuto. A questo evidente carico di lavoro, si devono sommare le ore effettuate e pagate dalla Regione per l’abbattimento delle liste di attesa e la carenza di organico. Il contratto approvato a gennaio prevede anche una distribuzione di incarichi, ossia responsabilità retribuite con un fondo specifico finalizzato al riconoscimento delle competenze e dell’esperienza, che però è stato utilizzato con ritardo e solo parzialmente, nonostante sia a costo zero per l’Azienda».

Il clima, quindi, è incandescente: « L’ASST Sette Laghi afferma di voler cambiare rotta, ma senza reali e concrete proposte o ipotesi di lavoro, o azioni concrete che dimostrino questa intenzione. Spesso i dati utili alla discussione vengono forniti in ritardo o in modo incompleto. Il sospetto è che ci sia l’intenzione di perseverare nel solito modus operandi: le ore di lavoro in eccedenza non verranno mai recuperate, le ferie non godute forse saranno utilizzate in prossimità del pensionamento, aggravando ulteriormente la situazione dei colleghi che rimangono al lavoro. Da notare peraltro che anche Regione Lombardia, a differenza di molte altre regioni che lo hanno già fatto, stenta a riconoscere il Contratto Nazionale e procrastina le riunioni».

I medici accusano un ambiente pesante che induce ad andarsene:  «La fatica è determinata oltre che dalla carenza di personale anche dalla mancanza di fiducia poiché nessun professionista è disposto a continuare a lavorare in situazioni di scarsa organizzazione e poca sicurezza, di frenesia, di carico eccessivo di lavoro e senza la speranza di un cambiamento. L’ “efficientamento” non ha solo bisogno di infrastrutture all’avanguardia, ma anche di una gestione incentrata sul personale, risorsa principale, adeguatamente motivato e supportato. In questo contesto, il disagio di coloro che lavorano nei reparti aumenta, generando “fughe” anche da parte dei più esperti depositari di competenze che non possono essere compensate con una mera sostituzione, qualora la si trovi. La situazione descritta non può essere attribuita solo alla vicina Svizzera o all’aumento del privato. Infatti, oltre ai soldi, sono le condizioni di lavoro che fanno migrare addirittura intere equipe: si è chiesto a chi va via il perché? In un’epoca in cui c’è carenza di personale si dovrebbe almeno ascoltare coloro che ci lavorano».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Settembre 2024
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