In più di 200 alla manifestazione per difendere il bosco di Via Curtatone a Gallarate
Rappresentanti di quaranta tra comitati e associazioni ambientaliste hanno manifestato per chiedere la sospensione dei lavori e la tutela dell'area verde
Si sono presentati in oltre 200 alla manifestazione indetta per la difesa del Bosco di Via Curtatone. Il corteo, partito dalla stazione di Gallarate alle 16.30, ha visto la partecipazione di più di quaranta tra comitati e associazioni ambientaliste, unite nell’obiettivo di preservare l’area verde, da tempo al centro di polemiche per il progetto di urbanizzazione “Grow29”.
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Questo progetto prevede la chiusura di quattro plessi scolastici, esistenti tra i quartieri di Cajello e Cascinetta, e l’abbattimento del bosco urbano a ridosso della ferrovia e dell’autostrada per fare spazio a una nuova scuola. Il valore complessivo del progetto è di 16 milioni di euro, finanziato da fondi europei.
“Chiudere quattro scuole… per aprirne una!” è lo slogan che riassume la preoccupazione dei cittadini, che vedono nell’iniziativa un ulteriore passo verso la cementificazione della loro comunità e la perdita di una preziosa area verde.
I manifestanti hanno chiesto l’interruzione dei lavori almeno fino al 15 ottobre, data in cui terminerà il periodo di nidificazione della fauna locale, e hanno proposto una riqualificazione delle scuole esistenti anziché la loro demolizione. Presenti al corteo anche la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto e il consigliere regionale dei 5Stelle Paola Pizzighini.
Tra gli interventi più sentiti, quello del consigliere comunale di Milano, Carlo Monguzzi: «Tutti parlano della necessità di di asfaltare, e depavimentare e qui tagliano 15.000 metri quadri di bosco! Che ci sia tanta gente che la domenica pomeriggio si mobilita per una causa giusta ti allarga il cuore».
E Cinzia Colombo, tra i volontari del Comitato, ha aggiunto: «Vogliamo proteggere quel bosco perché è l’ultimo polmone verde di quell’area. Vogliamo proteggere gli animali che vivono in quel bosco, alcune sono specie protette dalla legge nazionale e dalle direttive europee. Non vogliamo chiudere quattro scuole per avere una scuola di fronte all’autostrada. Il giardino, l’area sportiva dove i bambini andranno a fare la ricreazione tutti i giorni, per cinque giorni alla settimana, sarà di fronte all’autostrada: respireranno lo smog in una città che già di per sé è molto inquinata. Non è possibile far crescere i bambini quell’area, che peraltro vengono da quartieri periferici, già penalizzati. Hanno gli stessi diritti dei bambini che abitano in centro».
Da oltre un mese, i cittadini sono riusciti a bloccare temporaneamente gli abbattimenti, creando un presidio permanente nell’area. Giorno e notte, gli attivisti mantengono alta la guardia, “resistendo – si legge in un volantino – anche ai tentativi di intimidazione e repressione da parte delle autorità, che avrebbero cercato di scoraggiare la protesta con denunce e fogli di via”.
Nonostante le difficoltà, il messaggio lanciato dalla piazza è chiaro: “Il bosco non si arrende: vive e respira grazie alla solidarietà di tutti e tutte”. La mobilitazione è destinata a proseguire, con i manifestanti determinati a proteggere questo spazio verde.
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Quaranta comitati hanno mobilitato duecento persone: con una media di cinque per comitato mi sembra una partecipazione poco significativa.