“In via Curtatone intimidazioni per chi vuole esercitare il diritto di protesta”
In una lunga nota firmata collettivamente i partecipanti dicono la loro sulla settimana passata, che ha avuto più momenti di tensione con le forze dell'ordine
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato firmato collettivamente dai diversi aderenti al presidio di via Curtatone a Gallarate, a commento dei diversi momenti di tensione di settimana scorsa, ma in particolare nella giornata di sabato.
I manifestanti da un mese presidiano l’area di bosco destinata dal Comune all’abbattimento, per lasciare il posto a un nuovo polo scolastico unico che sostituirà altri edifici esistenti e che rappresenta l’elemento centrale di un progetto che ha ottenuto fondi europei per la Rigenerazione urbana
Il Comitato Salviamo gli Alberi di Gallarate e tutte le persone partecipanti al presidio in Via Curtatone esprimono profonda preoccupazione e sdegno per i fatti accaduti nella settimana scorsa, durante la quale si sono verificati numerosi interventi delle forze dell’ordine, sfociati in provocazioni, arresti e violenze. Le azioni di monitoraggio e protesta che il nostro comitato porta avanti da un mese hanno l’obiettivo di proteggere il patrimonio arboreo della nostra città.
È inaccettabile che il diritto alla manifestazione pacifica e all’espressione del dissenso venga ostacolato da comportamenti intimidatori e provocatori da parte di chi dovrebbe garantire la sicurezza.
Il 27 agosto, il personale della Digos ha effettuato una prima irruzione all’interno del bosco. Sebbene gli agenti avessero comunicato al presidio esterno che si trattava di un semplice sopralluogo, all’interno del bosco sono state emesse denunce nei confronti di alcuni ragazzi e alcune ragazze.
È fondamentale sottolineare che queste denunce sono state notificate in modo del tutto irregolare: sono state consegnate a un minorenne notifiche indirizzate ad alcune persone, riportando la dicitura “si rifiuta di firmare ma ritira copia”. Questa prassi è una palese violazione delle regole e dei diritti delle persone coinvolte. Le denunce, stando a quanto dichiarato dalle autorità, sarebbero rivolte a chi si trovava in cima agli alberi al momento dell’irruzione. Tuttavia, risulta chiaro che le persone denunciate non sono state identificate né riconosciute sul posto.
In molte di queste notifiche appaiono i nomi di giovani che non si trovavano all’interno del bosco il giorno dell’irruzione, ma che erano stati identificati in precedenza in altri contesti.
Lo stesso giorno, una ragazza è stata arrestata dal personale della Polizia Locale in modo immotivato e violento. Condanniamo fermamente anche il trattamento subito dalla giovane nei locali della Polizia Locale, al Commissariato di Gallarate e alla Questura di Varese, dove è stata sottoposta a tre perquisizioni, durante le quali è stata costretta a spogliarsi completamente. Questo comportamento è un chiaro atto di annichilimento della persona che, inoltre, ha trascorso la notte su un letto macchiato di sangue e maleodorante.
L’operazione di Polizia si è conclusa con il “sequestro” di alcuni materiali trovati nell’area, tra cui assi di legno, corde, amache e tende. Sottolineiamo come nessun verbale di sequestro sia stato rilasciato, violando le procedure previste dalla legge.
Il 30 agosto, alle ore 9 del mattino, dopo una prima rapida irruzione delle forze di Polizia, è seguita una seconda operazione intorno all’ora di pranzo. Come accaduto il 27 agosto, l’obiettivo dichiarato era il sequestro del materiale e lo smantellamento dei cosiddetti ‘manufatti abusivi’. Durante questa operazione, una struttura di 10 metri è stata abbattuta con la motosega dagli operai comunali, rischiando di colpire una piattaforma sugli alberi sulla quale si trovavano alcuni giovani, mettendo seriamente in pericolo la loro incolumità.
Dopo giorni di continue incursioni e controlli, il 31 agosto abbiamo assistito al culmine di questo clima di tensione.
Intorno alle 9 del mattino, un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine si è posizionato davanti al presidio lungo Via Curtatone. Il loro ingresso irruento nel bosco, con manganelli alla mano, ha immediatamente suscitato timori di uno sgombero forzato. Poiché tale intervento è stato minimizzato o giustificato da alcuni organi di stampa con l’argomentazione della presenza di persone non pacifiche, noi, che siamo stati testimoni diretti degli eventi di sabato, vogliamo affermare con chiarezza che:
• Al momento dell’inizio dell’intervento di Polizia, si stava svolgendo una conferenza stampa organizzata per denunciare gli abusi e gli interventi delle forze
dell’ordine nei giorni precedenti, con particolare attenzione all’arresto della giovane.
• Nonostante le numerose richieste di chiarimento riguardo all’intervento che le forze dell’ordine intendevano svolgere all’interno del bosco, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
• Abbiamo vissuto momenti di forte preoccupazione, poiché la scarsa visibilità dall’esterno ci impediva di
comprendere cosa stesse realmente accadendo all’interno dell’area.
• Durante tutta la mattinata sono stati effettuati controlli a tappeto lungo la via che conduce al presidio, fermando e identificando numerose persone, sia in auto che a piedi, che tentavano di raggiungere il presidio. Per 8 ore Via Curtatone si è trasformata in una “zona rossa”. Abbiamo anche appreso che sono stati predisposti posti di blocco in alcune vie della città e intensificati pattugliamenti di auto in borghese nei quartieri di Caiello e Cascinetta.
• Un passante che stava riprendendo il presidio con il cellulare è stato fermato con modalità violente: è stato atterrato con una manovra brutale, gli è stato storto un orecchio e gli è stato sottratto il cellulare dalle tasche. Poco dopo, a causa dell’accaduto, ha accusato un malore ed è stato necessario l’intervento di un’ambulanza. Contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani, non si è trattato di un malore improvviso di una persona che camminava tranquillamente per strada, ma della
conseguenza diretta di un’aggressione gratuita eseguita dal personale di polizia.
• Oltre alle aggressioni fisiche, abbiamo assistito a continue provocazioni e minacce nei confronti delle persone presenti, come “Ti spacco il naso” e “Qua ora spacchiamo tutto”. Un ragazzo è stato addirittura afferrato per la barba e insultato.
• Il lancio di sassi che si è verificato all’interno del bosco, in risposta all’intervento minaccioso e violento delle forze dell’ordine, è stata di breve durata. Alcuni membri del comitato hanno subito chiesto agli agenti di polizia presenti di poter entrare per cercare di calmare la situazione. Nonostante l’autorizzazione all’ingresso di alcune persone, una di esse ha comunque ricevuto un colpo alla schiena.
Successivamente, le forze dell’ordine hanno abbandonato l’area e il presidio si è immediatamente attivato per proteggere le persone
sugli alberi, riuscendo a ridurre la tensione creata.
• Con l’arrivo di una camionetta del reparto celere, i poliziotti sono scesi in tenuta antisommossa, equipaggiati con scudi, caschi e manganelli. La presenza di tale dispiegamento di forze ha generato preoccupazione per una possibile escalation della situazione. Anche grazie alla mediazione di alcuni consiglieri comunali e di un consigliere regionale, accorsi sul posto, si è riusciti a evitare il peggio.
Nel corso di questi giorni sono stati notificati cinque fogli di via, denunce e sanzioni. Il Comitato condanna fermamente queste azioni, che sembrano essere tentativi di intimidazione volti a scoraggiare la resistenza pacifica dei cittadini e dei giovani attivisti impegnati nella difesa degli alberi. Questi metodi non solo sono inaccettabili dal punto di vista legale e morale, ma costituiscono anche un grave abuso di potere e una violazione dei diritti fondamentali di chi esercita il proprio diritto alla protesta. Siamo profondamente preoccupati per la gestione dell’ordine pubblico e per il modo in cui viene trattata la situazione del bosco. Il presidio si è svolto pacificamente per due settimane e, subito dopo l’incontro con l’amministrazione comunale, abbiamo assistito a una serie di interventi di polizia che sembrano essere una risposta diretta a quell’incontro.
Invitiamo le autorità competenti a riflettere e a evitare ulteriori situazioni di questo tipo. È fondamentale che questa questione del bosco sia gestita con dialogo e rispetto dei diritti fondamentali, piuttosto che con misure repressive che alimentano solo tensioni. Concludiamo ribadendo il nostro impegno a continuare il
presidio per la salvaguardia del bosco e della sua fauna. Chiediamo a tutta la cittadinanza di unirsi a noi nel sostenere questa causa che riguarda tutta la comunità.
Il presidio di Via Curtatone
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