L’Inventore di SPID sul sostegno alle startup: “Insufficiente, aumenta il distacco con l’Europa”

Quintarelli denuncia la carenza di supporto alle startup in Italia rispetto agli standard internazionali

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Stefano Quintarelli, creatore del primo unicorno italiano e inventore di SPID, dice la sua sulla polemica che ha visto coinvolti Camillo Venesio, Vicepresidente dell’ABI, e l’europarlamentare Irene Tinagli, già presidente della commissione ECON del Parlamento UE. Quintarelli denuncia la carenza di supporto alle startup in Italia rispetto agli standard internazionali, un tema reso ancora più urgente dalla recente pubblicazione del decreto concorrenza del governo italiano. Gli osservatori del settore dell’innovazione in Italia sono rimasti delusi, dopo aver notato che il decreto ha relegato il paese in una delle ultime posizioni in Europa, con il Vecchio Continente che risulta essere già indietro rispetto agli Stati Uniti.

Dopo aver guidato l’Agenzia per l’Italia Digitale per sette anni, Quintarelli è ora coinvolto nel fondo Rialto, che opera con un forte influsso della Silicon Valley e punta a riconnettere gli imprenditori italiani all’estero con il loro paese d’origine. Rialto è finanziato da capitali della Silicon Valley e dal gotha imprenditoriale italiano; la missione di Rialto è quella di aiutare le aziende del portfolio con un team legato alla diaspora italiana.

Come riportato in un recente articolo della testata Money, in merito al decreto è intervenuto anche Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, un’associazione che ha partecipato alle discussioni con il ministero insieme a InnovUp (aziende, incubatori e parchi scientifici) e Aifi (private equity e venture capital): “Siamo sinceramente stupiti e dispiaciuti dalla limitata ambizione. Avevamo capito dalle interlocuzioni che ci fosse una forte volontà politica ad avere attenzione per il nostro settore, come è avvenuto in Francia con un governo liberale, in Spagna con i socialisti o nel Regno Unito con un governo conservatore. Evidentemente non avevamo capito benissimo”.

Profonde disparità nel supporto alle Startup tra Europa e Stati Uniti

Quintarelli sottolinea le notevoli differenze tra Europa e Stati Uniti nel supporto alle startup. In Europa, gli incentivi fiscali e i programmi di finanziamento sono limitati e frammentati, rendendo l’ambiente meno favorevole alla crescita delle giovani imprese tecnologiche. Inoltre, il mercato del venture capital europeo è significativamente più piccolo rispetto a quello statunitense: 72 miliardi di euro contro 1300 miliardi di dollari negli USA. Queste cifre mostrano che il sostegno alle startup in Italia è insignificante rispetto a quello degli USA.

Negli Stati Uniti, inoltre, il supporto alle startup è molto più strutturato, con politiche come il Qualified Small Business Stock che offre significativi incentivi fiscali: questo regolamento esclude fino al 100% del capital gain derivante dalla cessione di partecipazioni in piccole aziende detenute per almeno cinque anni. Inoltre, la spesa pubblica, soprattutto quella militare, è in parte diretta verso le startup, riducendo il rischio per gli investitori. Il venture capital negli USA beneficia di grandi quantità di capitale e di una regolamentazione che facilita l’accesso ai fondi pensione e alle assicurazioni, creando un ecosistema in cui le startup possono prosperare. In Europa, invece, la mancanza di un mercato unico dei capitali e la frammentazione normativa rappresentano ostacoli rilevanti che frenano la crescita delle startup, spesso costrette a cercare finanziamenti oltreoceano.

Aumentare gli investimenti in Venture Capital dei fondi pensione

Quintarelli critica le politiche europee attuali, ritenendole inadeguate rispetto a quelle americane. L’inventore di SPID spiega la necessità di politiche europee più ambiziose e coordinate per sostenere l’innovazione, proponendo un aumento significativo degli investimenti in venture capital, in particolare da parte dei fondi pensione. Quintarelli crede che queste misure possano creare un ambiente più favorevole per la crescita delle giovani imprese, riducendo l’emigrazione dei giovani talenti verso mercati più promettenti.

La critica di Quintarelli riflette una più ampia frustrazione all’interno del settore tecnologico italiano e europeo, che vede un grande potenziale inespresso. Con un maggiore supporto e investimenti mirati, l’Italia potrebbe sfruttare il proprio talento e creatività per diventare un polo di eccellenza tecnologica a livello globale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Settembre 2024
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