Tamborini: “La politica è una cosa bella”

Secondo appuntamento per Il laboratorio delle idee in sala consigliare ad Azzate con Matteo Bianchi e Davide Galimberti

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“La politica è una cosa bella anche quando genera un senso di frustrazione perché non si trovano le soluzioni. Ma la politica, come diceva Adriano Olivetti è occuparsi della comunità”.  Ad aprire la serata è l’assessore Giacomo Tamborini che presenta Il laboratorio delle idee in sala consigliare ad Azzate.
Seconda serata con Matteo Bianchi e Davide Galimberti intervistati da Silvestro Pascarella direttore della Prealpina dopo una presentazione del sindaco Raffaele Simone.

La prima domanda è legata alla motivazione della scelta politica.
“L’impegno per il proprio comune e la passione sono le componenti delle nostre scelte. – Ha esordito il sindaco di Varese – C’è anche la presunzione di credere che le proprie idee possano produrre un cambiamento positivo per la propria comunità”.
Matteo Bianchi ha ricoperto tante cariche pubbliche, sindaco di Morazzone dove ora fa l’assessore, parlamentare e segretario provinciale della Lega. “Per me a metà degli anni Novanta il mio impegno politico era legato a una utopia da raggiungere. Le idee di Umberto Bossi con il federalismo furono la spinta. Ho vissuto anche un’esperienza pesante quando ero sindaco perché ci fu un infortunio durante la festa del paese e fui sotto processo per sette anni. Mi assunsi la responsabilità per arrivare poi ad essere assolto. Oggi se vogliamo coinvolgere i migliori a fare il sindaco li dobbiamo mettere nelle condizioni di poter lavorare serenamente. Ogni cittadino vuole bussare alla porta del sindaco”.

Quanta distanza c’è tra la vita delle persone e la politica, soprattutto pensando a quella nazionale.
“Amministrare il proprio territorio è un servizio alla propria comunità – ha raccontato Matteo Bianchi- quando nel 2018 fui eletto deputato mi resi conto che la politica a Roma era molto diversa. Noi semplici parlamentari nei primi mesi non potevamo fare niente finché i vertici della Lega e del M5S non trovarono l’accordo. C’erano enormi tempi morti per rispettare le liturgie della politica. C’è una mancanza della centralità del Parlamento anche se a livello teorico non dovrebbe essere così. Spesso l’aula si trova solo a convertire i decreti del Governo. Questo allontana tanti da quella attività perché incidere è difficile”.
Per Davide Galimberti ci sono tanti esempi positivi. “Ci sono figure importanti in ogni schieramento. I cittadini fanno bene ad indignarsi quando qualcuno scredita la politica. Questa è l’unica attività che risolve i problemi cercando sintesi e compromessi. I partiti oggi vivono un momento di difficoltà, ma un paese che vuole affermare i principi democratici ha bisogno della buona politica. L’auspicio è che nonostante le difficoltà tutte le forze cerchino di trovare strade per risolvere temi nevralgici per il paese”.

Oggi la comunicazione entra in modo dirompente anche nella politica. Come fare?
“Gli strumenti di comunicazione vanno usati ma con attenzione. È tutto più immediato. Basta guardare cosa fanno le persone. C’è costante bisogno di informazione e le persone vorrebbero tutto subito. Le cose invece richiedono tempo e cura. Bisogna tener conto di questi due elementi valorizzando la mediazione che fanno i giornali e i giornalisti come professionisti dell’informazione. Le risposte della politica devono essere veloci perché altrimenti si può generare instabilità”.
Per Matteo Bianchi “i social sono uno strumento in chiaro scuro. Ci sono persone che sfogano li sentimenti che spesso nulla c’entrano con quanto si discute o con il ruolo del sindaco. C’è una forte disintermediazione ma questo aumenta le responsabilità”.

Pascarella rispolvera De Gasperi che parlava della politica come servizio. Più che sinistra o destra bisogna andare avanti.
“Non ho alcuna presunzione di commentare De Gasperi – interviene Bianchi – ma si vince andando al centro e i vecchi democristiani lo avevano capito bene. Il campo di battaglia anche a Varese era nel centro e serve uno spirito di servizio. Ognuno lo interpreta a modo proprio. Donare il proprio tempo alla politica nobilita il tuo percorso di essere umano perché cerchi di cambiare in meglio. Quando invece si pensa al solo mantenimento del potere questo non va bene”.
Galimberti ritiene che “il perimetro di una coalizione è un punto fondamentale anche in base agli obiettivi che le diverse epoche richiedono per raggiungere risultati. Ci sono situazioni in cui serve un consenso molto esteso e sta alla buona politica cercare di trovare le chiavi per allargare la politica iniziale. In alcuni casi è auspicabile anche l’unanimità. Io sono un fautore del modello di De Gasperi di fare politica. Non è la ricerca dell’inciucio”.

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Marco Giovannelli
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Pubblicato il 16 Settembre 2024
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