A Duemilalibri a Gallarate Valentina Mastroianni e i frammenti di una vita ad ostacoli
Supporto psicologico, denuncia e reazione: la scrittrice, intervistata da Daniele Cassioli, si racconta al festival. Con un tema difficile da trattare, quello degli abusi
Inizia Duemilalibri e dopo il taglio del nastro sono Valentina Mastroianni e Daniele Cassioli a salire per primi sul palco. Con E voleremo sopra la paura – Noi e Cesare, mano nella mano
l’autrice si svela e il pubblico si emoziona.
Come Mamma di Cesare, un bimbo che ha perso la vista a causa di una neurofibromatosi, Valentina Mastroianni ha esordito nel 2023 con La storia di Cesare – Scegliere a occhi chiusi
la felicità in cui ha raccontato la storia del minore dei suoi figli. Ha voluto continuare il progetto approfondendo la narrazione dei componenti della famiglia, quel contorno
quotidiano che accompagna chi della famiglia si ammala. Così nasce E voleremo sopra la paura – Noi e Cesare, mano nella mano.
L’importanza dei percorsi di liberazione
«Prima di essere madre e padre, siamo una donna e un uomo», così avvia la presentazione Mastroianni. Il libro inizia da lei: pugno nello stomaco. Nel primo romanzo qualcuno l’aveva
capito tra le righe, in questo secondo libro si legge nero su bianco: Valentina è stata vittima di abusi da parte del padre. Ammette oggi che se non avesse risolto i traumi di
un’infanzia difficile, gli ultimi anni con Cesare l’avrebbero distrutta. Nel libro narra anche il rapporto con Federico, suo marito. Quell’uomo che, a differenza di tanti altri che si ostinano, ha lottato per la propria compagna e soprattutto per i propri figli.
«Non è questione di essere pazzi o matti, non per forza ci devono essere grandi traumi, anche delle insicurezze possono fare danni grandi». Così l’autrice invita il pubblico in sala, soprattutto quello maschile, a una visione diversa di quello che è il supporto psicologico, quell’aiuto che a lei e il compagno ha permesso di rafforzare una famiglia.
Reazione e resilienza: le chiavi per superare gli ostacoli della vita
Cassioli suggerisce che il romanzo è «un po’ un manuale educativo per intuire i sospetti, siamo noi che non ci accorgiamo, che non vogliamo vedere».
Il libro racconta i frantumi, il dolore, la fatica, salite e discese: come si trasformano in speranza? Valentina ammette che la vita è fatta di avvenimenti che non possiamo
controllare, ma riconosce che si può scegliere il modo di reagire: accettare quello che ci è successo, ripartire da noi, capire che non si è sbagliati. Come noi reagiamo a ciò che ci
viene raccontato fa la differenza: tutto si risolve, sorridiamo e troviamo il bello ogni giorno.
Per l’autrice vale la forza che ha dentro. Confessa di invidiare un po’ chi ha fede perché «quello è un buon aiuto». Tuttavia, sostiene che se non crediamo in noi stessi non possiamo
pensare che lo facciano altri: «Tutto parte da noi».
“Se ce l’ha fatta lei, ce la posso fare anche io”
Mastroianni vuole dare voce alle storie non raccontate per diverse motivazioni. Riconosce come le testimonianze siano importanti per chi legge perché non è mai troppo tardi per
chi dall’altra parte della copertina ascolta questo tipo di storie. Per denunciare comportamenti abusivi, per accedere ad un supporto psicologico di supporto, per sentirsi
meno soli in quanto parte di famiglie che affrontano maratone simili a quella dei congiunti dell’autrice.
Valentina vorrebbe che il lettore e la lettrice arrivino a pensare «se ce l’ha fatta lei, ce la posso fare anche io».
Dai social alla carta stampata, due canali modi di farsi di far entrare le persone nella propria vita
Per l’autrice i suoi follower sono persone, non cuori, non numeri.
Sente un affetto sincero che riesce a toccare con mano girando tanto e avendo modo di conoscere il suo pubblico.
Ammette che sui due canali diversi – social e romanzi – racconta cose diverse. Quella di tenere lontani i momenti difficili dalla telecamera è una scelta. L’autrice preferisce lanciare
sulle piattare un messaggio positivo e svelarsi sulla carta stampata dove riesce a contestualizzare e ad evitare di essere travisata.
Ai lettori presenti domenica sera nella Sala degli Arazzi del Museo Maga ha raccontato che la persona che l’ha stupito più di tutti è suo fratello più piccolo, un ragazzo di 18 anni che
non sapeva nulla. Dopo la lettura del libro si è interrogato: «Cosa posso fare?» Ha chiesto alla sorella Valentina. «Come noi reagiamo a ciò che ci viene raccontato fa la
differenza».
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