Come le relazioni coi lettori aiutano i giornali a competere con l’Intelligenza artificiale
Le esperienze di Will, RSI e dell'Eco di Bergamo che lavorano per costruire comunità col loro pubblico, cercando sempre di approfondire la notizia
Quanto il rapporto umano che si costruisce tra i professionisti dell’informazione e il loro pubblico può riaffermare l’importanza del giornalismo nel contesto digitale ormai popolato dalle intelligenze artificiali? Se ne è discusso alla Biblioteca di Varese venerdì 8 novembre in occasione del Festival Glocal.
Secondo un’indagine dell’Università Iulm di Milano condotta tra 600 giornalisti e illustrata dalla docente Marta Lucia Zanichelli, il 76% degli intervistati ha ammesso che secondo lui la condizione del ruolo dei giornalisti all’interno della società è negativa e per il 71% dei giornalisti la situazione è destinata a peggiorare.
Quale può essere quindi il modo per provare a invertire questa tendenza?
Will nasce per raccontare il cambiamento in un panorama veloce e complesso e chiamare all’azione. «Il nostro obiettivo – spiega Paolo Bovio, giornalista di Will – è utilizzare le piattaforme e il loro linguaggio, ma riuscendo ad approfondire gli argomenti».
«Il contenuto – spiega Daniela Taiocchi, giornalista dell’Eco di Bergamo – per noi non è l’obiettivo ma il mezzo, per costruire una relazione con i nostri lettori. La manutenzione delle relazioni si fa riconoscendo il ruolo delle comunità che sono solidali tra di loro e affidano al giornale il suo ruolo».
L’Eco di Bergamo ci ha provato con un’iniziativa specifica: trasformare i necrologi in qualcosa di simile agli obituaries delle testate anglosassoni, associando a ogni persona il racconto della sua storia. Il progetto ha preso il nome Ogni vita un racconto. Un lavoro che ha permesso di costruire delle relazioni completamente nuove tra il giornale e la sua città soprattutto durante i difficilissimi mesi dell’epidemia di Covid-19.
Il progetto ha avuto una svolta anche grazie all’Intelligenza artificiale. Proprio grazie a questa tecnologia, l’Eco di Bergamo è riuscito a riportare alla luce circa 320.000 necrologie, uscite sul giornale dal 1950 a oggi.
RSI ha cercato per la prima volta a uscire dalla radio e dalla televisione nel 2016 sbarcando su Facebook col progetto Spam.
«Abbiamo cercato – racconta Pablo Creti, responsabile social e servizi digitali RSI – di portare contenuti giornalistici sulle piattaforme utilizzate dalle nuove generazioni, rimanendo consapevoli sia della natura del medium sia del nostro ruolo come servizio pubblico».
«Nel 2021 – aggiunge Creti – abbiamo deciso di segmentare l’offerta per raggiungere il pubblico giovane che non seguiva Spam. Un pubblico attivo politicamente al quale è importantissimo parlare in un contesto come quello svizzero dove le votazioni sono molto frequenti».
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