Kao, mano di sapone ma gambe alla dinamite. Alviti, conferma positiva
Il pivot è in crescita nonostante i soliti problemi di gestione palla. Male Harris e Jaron Johnson che sa di andarsi a schiantare ma non riesce a fermarsi

AKOBUNDU EHIOGU 7 (IL MIGLIORE) – Con Bologna aveva mostrato segnali di crescita, a Scafati fa ancora meglio nonostante due falli rapidi ne rallentino l’impatto. Nel secondo periodo vive un minuto di onnipotenza che, purtroppo, è l’eccezione e non la regola però in generale appare costante, presente e concentrato. Chiude con 12 punti, 7 rimbalzi, zero errori e 18 di valutazione, nonostante le solite mani insaponate: cerchiamo un nastro con un po’ antiscivolo nella borsa dei massaggiatori, magari gli risolviamo un problema.
HARRIS 5 – Mandole lo dirotta su Rob Gray ma anche lui non riesce a prendergli la targa. Qualche lampo in attacco ma se, in 17 minuti, arrivano tre palle perse significa che il contaproblemi è in funzione. Potrebbe essere all’ultima in biancorosso con l’arrivo di Sykes, speravamo in un congedo migliore.
ALVITI 6,5 – Trova il quintetto e una partita più che sufficiente a livello personale, seppure con sulla coscienza due errori in campo aperto quasi incredibili per uno della sua qualità. Un paio di triple che rasentano la perfezione sia per come viaggia la palla sia per come si fa trovare pronto e nelle giusta posizione. Con un pizzico di continuità in più avrebbe dato maggiori grattacapi a Scafati. 15 punti, ok, ma anche 6 rimbalzi.
GRAY 6 – Continuiamo a non comprenderlo del tutto. Per segnare segna, 14 punti e il 40% dall’arco, ma dà sempre l’impressione di essere collaterale alla partita e non dentro a essa come ci si aspetterebbe. Ha l’attenuante di essere al rientro, dopo il problema al polpaccio: più concreto di altre volte anche se quel -12 di plus-minus, il peggior dato di squadra, conferma qualche perplessità.
TYUS 5,5 – Gli viene bene tutto quel che può fare da fermo: subito 8 rimbalzi (e Varese vince 45-48 il conto sotto canestro) e corpo che chiude l’area. In movimento invece non è ancora tempo per lui, come canterebbe Ligabue: quando prova a correre e saltare trova intorno a sé gente in maglia gialla più veloce, agile e reattiva. Ora due settimane di lavoro per tornare in forma.
Openjobmetis, torna il buio pesto. Attacco senza idee, Scafati fa festa
LIBRIZZI 5 – Senza il carburante-Masnago torna a faticare, e lo si può capire dopo giorni passati a camminare tre metri sopra al cielo. Però ora Matteo è un perno della squadra e deve limitare i passaggi a vuoto: regala qualche flash sul primo passo, trova qualche assist ma non arma mai il braccio da fuori e perde un paio di palloni in modo banale.
ASSUI 5,5 – Si è meritato lo status di giocatore vero, quindi la pagella è di conseguenza. Bravo ad attaccare dal palleggio e a guadagnare due falli, ma dalla lunetta il responso è una bocciatura: 1 su 4 che, tra l’altro, tarpa le ali a un break biancorosso. A proposito di tiri liberi, Elisee ha una routine infinita: dovesse diventare protagonista in campo, le partite rischierebbero di allungarsi a dismisura.
HANDS 6 – La solita partita difficile da giudicare, perché sembra uno di quei personaggi di un piccolo circo che un attimo prima incantano la platea volando sul trapezio e due minuti dopo vestono i panni del clown pasticcione. Quando la mano è calda arrivano le triple che avevano già ferito il Real Madrid, quando finiscono le idee tornano quelle entrate testa bassa e palleggio prolungato destinate allo schianto.
JOHNSON 5 (IL PEGGIORE) – Contro la Virtus era tornato quello degli Immarcabili di Brase, a Scafati invece va a passo di gambero. Gli va riconosciuta una certa durezza nel corpo a corpo con Pinkins, che infatti da post basso non ferisce Varese con la continuità che forse si aspettava. Però in attacco JJ non solo sbaglia le conclusioni, ma spesso anche le scelte che appaiono forzate. E quando questo accade, non dà nemmeno l’illusione di poter segnare: si schianta sapendo di schiantarsi.
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