Alviti e Kao, quelli che ci provano. Sykes e Hands spazzati via
Il pivot e l'ala meritano una menzione. Gray tra i meno peggio ma i due esterni titolari e Tyus impallidiscono nei confronti diretti con i pari ruolo reggiani

AKOBUNDU-EHIOGU 6,5 (IL MIGLIORE) – Viene da ringraziarlo anche quando, nel finale, sbaglia una schiacciata. Perché lui, almeno, ha la voglia di zompare più in alto dei colossi avversari anche a partita ormai andata, anche a costo di ricadere male. Sarà un caso ma è anche il primo ad accendersi nel quarto iniziale. 10 punti, 4 rimbalzi, 3 falli subiti. Incoraggiante.
ALVITI 6,5 – Una garanzia, in positivo, anche nelle serate nere. Fa a sportellate con Vitali, accetta con poca fortuna anche i cambi con i pivot per provare a fare qualcosa di utile, a dare una direzione a un barca senza timone. Davanti i suoi punti ci sono sempre, 15 in questo caso, cui aggiunge 9 rimbalzi. Attorno però c’è tanto deserto.
GRAY 6 – Lo abbiamo criticato spesso, in passato, non ci sentiamo di incolparlo stavolta se non per una mano dall’arco troppo tremula. Per lo meno è tra i pochi a dare un’identità al gioco, finché c’è una partita: prova a pungere con gli anticipi, ad andare in transizione, a cercare le spaziature per un tiro pulito.
TYUS 4 – Due punti arrabattati in entrata, qualche rimbalzino mentre dall’altra parte, con i rimbalzi, ci riempiono i TIR. Inutile, oggi, chiedersi dov’è il Tyus del Maccabi, legittimo però domandarsi dov’è il Tyus che ha affrontato Milano. Poi, certo, in quel ruolo se non vedi mai la palla hai qualche colpa in meno dei tuoi compagni esterni. Ma il fatturato è quello da “libri in tribunale”.
SYKES 4 (IL PEGGIORE) – Problemino fisico non dichiarato a Cremona, problemino fisico dichiarato a Reggio Emilia (e speriamo non sia nulla di che). Fatto sta che lontano da Masnago il nuovo play ha raccolto la bellezza di 4 punti totali in due gare, quelli del PalaBigi, arrivati perché ripetere lo zero era obiettivamente difficile. Assente a livello di leadership, appena appena sufficiente nella distribuzione della palla. Polverizzato dalla prestazione di Winston.
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LIBRIZZI 5 – Non è una serata trionfale e lo si vede dalla prima azione: gli scappa l’avversario sul primo passo, lui lo tampona, l’altro segna con il fallo. Rispetto ai pari ruolo americani, il capitano vive almeno qualche sprazzo vivace tant’è vero che è nella task-force che propizia l’unico sorpasso nel secondo periodo. Nella ripresa però anche lui è in tilt.
ASSUI 5 – Impatto buono con un volo a rimbalzo e una tripla a rompere un digiuno di squadra che durava da 11 tentativi (manco al dopolavoro…). Poi però ha spazi ma non riesce a sfruttarli: errori netti, qualche pasticcio. Tutta esperienza.
HANDS 4 – A leggere il tabellino è tra quelli che si salvano: 12 punti, 6 assist, 4 rimbalzi, percentuali oneste. A vedere la partita invece fa venire i travasi di bile tra scelte sbagliate, palloni scaricati troppo tardi ai compagni, imprecisioni, tentativi respinti dalla difesa. E dietro, non è una novità, fatica nei confronti uomo a uomo. Insomma, un deragliamento su tutta la linea.
JOHNSON 5,5 – Combatte. Combatte contro i diretti marcatori, combatte contro i fischi degli arbitri, combatte purtroppo anche contro un cerchio del canestro che troppo spesso ne anestetizza la foga rimandando il pallone al mittente. Partita arruffata: Nino ci mette voglia ma è più guidato dal nervoso che dalla tattica.
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