Con l’agnello su Broadway finisce l’epoca dei Genesis con Peter Gabriel
Era un doppio album un po’ diverso dai precedenti

E a fine 1974, almeno su disco, terminò la Peter Gabriel Era dei Genesis: la notizia agli altri la diede lui a metà della tournée americana e diventò pubblica alla sua fine. E l’era si chiuse con un doppio album che divise (e lo fa tuttora) i loro fans: meglio chiarire da subito che io sono tra quelli che lo adorano.
Si tratta di un concept album in cui il gruppo, sin lì molto inglese e in generale abituato a testi che guardavano il passato, ambienta una vicenda complessa ed ovviamente immaginaria addirittura a New York.
E’ la storia di Rael, graffitista portoricano che vive un’avventura tra l’onirico ed il fantasy alla ricerca di sé stesso, con un finale nel quale non è neppure ben chiaro se muoia o meno. Inutile a mio parere addentrarsi ulteriormente sui significati di tutti gli strani personaggi che incontra: molto meglio godersi con calma ed attenzione un disco che in cinquant’anni non ha perso nulla.
I Genesis 14 anni dopo all’interno di un boxset pubblicarono il concerto di Los Angeles con l’esecuzione dell’album: nonostante alcuni “abbellimenti” in studio vale la pena di sentirlo e ve l’ho aggiunto.
Curiosità: l’ultimo verso di tutto l’album suona “It’s only rock’n’roll but I like it” come il recente pezzo degli Stones, ma in realtà è “It’s only knock and know all but I like it” con la strana espressione che sembra essere qualcosa tipo “bussa e saprai tutto”: probabilmente solo un intrigante gioco di parole.
#50annifalamusica riprende a gennaio: buone feste a tutti.
La rubrica 50 anni fa la musica
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