La Lombardia conferma l’attrattività della sua offerta sanitaria in Italia ma cede il primo posto all’Emilia

Secondo l'ultimo report di Agenas rimane elevata la mobilità degli italiani verso le strutture ospedaliere lombarde. Il privato accreditato è più richiesto

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Emilia Romagna, Lombardia e Veneto sono le tre regioni più attrattive per l’offerta sanitaria. Il risultato è nell’ultimo report di Agenas dedicato alla mobilità interregionale del paese per problemi di tipo medico.

L’analisi è relativa al 2023 ed evidenzia una diminuzione generale dei ricoveri in mobilità ma, nel contempo, un aumento degli stessi per problematiche di alta complessità. In altre parole, gli italiani si affidano ai presidi del territorio per questioni di bassa o medio bassa complessità ma, davanti a un problema di salute grave, cercano la risposta migliore e la trovano soprattutto nelle tre regioni indicate all’inizio.

La spesa conseguente è in crescita: il numero di ricoveri in mobilità pur minore (668.145 nel 2023 rispetto ai 707.811 del 2019), ha causato una spesa in leggero aumento,  passando da 2,84 miliardi di euro nel 2019 a 2,88 miliardi nel 2023. Questo incremento è principalmente attribuibile all’aumento della mobilità legata ai ricoveri per DRG di alta complessità, che comportano trattamenti più costosi e specializzati.

La mobilità è dovuta soprattutto alle malattie e ai disturbi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo, che rappresentano per le tre regioni rispettivamente il 52%, il 31% e il 34% dell’attrazione totale.

Le regioni con il maggior saldo positivo sono l’Emilia-Romagna e la Lombardia che presentano risultati equiparabili (rispettivamente 387 milioni e 383 milioni ma lo scorso anno la Lombardia guidava la classifica nazionale con quasi 362 milioni contro i 337 dell’Emilia).  In termini percentuali, il flusso migratorio è così suddiviso: 83,78% al Nord, 68,24% al Centro, e 27,22% al Sud.

Le strutture ospedaliere maggiormente attrattive sono quelle private accreditate, che gestiscono circa i tre quarti delle prestazioni di alta complessità: il 72% contro il 28% del pubblico. Si riduce sensibilmente il divario sulle prestazioni di media complessità: 36,5% del pubblico e 63,5% del privato accreditati. Un dato significativo è anche quello del rischio inappropriatezza che nel 71,5% dei casi è nel privato.

La Regione Lombardia lo scorso anno ha avuto un saldo in aumento del 13% dei costi della sua mobilità passiva mentre ha perso il 10% di entrate legate alla mobilità da altre regioni verso i suoi centri. Il saldo economico è di quasi 373 milioni di euro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Dicembre 2024
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