Cuveglio celebra la Giornata della Memoria: “Un dovere necessario per le future generazioni”
La cerimonia si è svolta nella Sala Berti a causa della pioggia, con gli interventi del sindaco Giorgio Piccolo, del presidente Anpi Luca Zambonin e delle scuole locali, protagoniste con un messaggio di speranza e impegno

Lunedì 27 gennaio la Sala Berti del Comune di Cuveglio ha accolto la comunità per commemorare la Giornata della Memoria, evento che, nonostante il maltempo, ha raccolto una partecipazione sentita e significativa.
La cerimonia, guidata dal sindaco Giorgio Piccolo, ha visto la presenza delle autorità locali, tra cui il maresciallo della stazione di Cuvio dei Carabinieri, la Croce Rossa e la Protezione Civile. Centrale il contributo delle scuole elementari e medie del paese, con gli scolari che hanno offerto un momento toccante, ribadendo l’importanza di ricordare le tragedie del passato per costruire un futuro di consapevolezza e pace.
L’intervento del presidente dell’Anpi, Luca Zambonin, ha rappresentato il cuore della commemorazione. Con parole incisive, ha ricordato l’importanza di fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, come Liliana Segre, Primo Levi e Sami Modiano, per non dimenticare gli orrori della deportazione nei lager nazisti.
“Dobbiamo fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, poiché é nostro e vostro dovere condividere per le future generazioni quello che è accaduto in quei tragici anni. Testimonianze come Liliana Segre, Sami Modiano, Primo Levi per citarne alcuni. Altri che in maniera diversa e per ragioni diverse si sono trovati accomunati nell’orribile esperienza della deportazione nei lager nazisti. Zingari, omosessuali, apolidi, oppositori politici, in gran parte comunisti. Militari Italiani non aderenti alla repubblica di Salò, operai italiani che ebbero il coraggio di scioperare contro la fame e la guerra in cui li aveva gettati il fascismo. Partigiani catturati dalle immonde schiere dei militi di Salò. Civili reclutati a forza nell’organizzazione totd divenuti schiavi lavoratori del nazismo. Uomini e donne di ideologie e religioni diverse, senza dimenticare i ricoverati negli ospedali psichiatrici, tutti coloro che che l’ideologia nazi fascista considerava (untermensch) sub umani, quelli che non erano degni di vivere secondo gli schemi hitleriani e mussoliniani. Dobbiamo ricordare e perpetrare la memoria di coloro che hanno sofferto e sono morti, e assicurarci che anche le future generazioni ne siano a conoscenza, un dovere necessario, perché come possiamo constatare in questo periodo si sono riaffacciati, sotto altro nome, sotto altre bandiere, le visioni nazi fasciste, del diverso, del sub umano, dell’indegno di condividere il nostro cielo, la nostra vita. Lo vediamo, lo constatiamo con dichiarazioni di politici che parlano ancora di deportazioni di massa, che hanno già costruito nuovi lager delocalizzati in altre compiacenti nazioni. Non dimentichiamo però di ringraziare I cittadini dell’Unione Sovietica e l’Armata Rossa che con immenso sacrificio seppero liberare l’Europa dal giogo nazi fascista. Un gelido vento nero torna a scorrere tra di noi. Un vento che si può e si deve fermare in ogni modo, anche attraverso l’esercizio della memoria”.
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