Ha concluso il dottorato a Leopoli la ricercatrice ucraina accolta dall’Insubria allo scoppio della guerra
La giovane studiosa arrivò nel maggio 2022 nel Dipartimento guidato dal professor Pollegioni. Al conseguimento del titolo ha ricordato l'ateneo varesino e il prezioso aiuto che le diede

Ha ottenuto il dottorato in Ucraina Kseniya – Oksana Zhukrovska la ricercatrice che nei giorni successivi allo scoppio della guerra trovò all’Università dell’Insubria amici che la accolsero.
La notizia del traguardo raggiunto è stata data dallo stesso ateneo che la dottoressa ha citato ringraziando la professoressa Flavia Martinelli, il professor Loredano Pollegioni e tutta l’Unione Internazionale delle società di Biochimica e Biologia molecolare per il supporto che le assicurarono in quei giorni difficili.
Kseniya scelse di venire in via Dunant per continuare il suo lavoro di ricerca al secondo anno di dottorato nel Department of Genetics and biotechnology della Ivan Franko National University di Lviv. Giunse a Varese con tutti i documenti, i permessi ma anche i campioni su cui stava facendo ricerca.
L’avevamo incontrata al suo arrivo a Varese e ci aveva raccontati: « Vivo giorno per giorno. Con la speranza che sia l’ultimo giorno di guerra. Tutti i miei progetti sono finiti in una notte. Come ogni ricercatrice volevo andare all’estero, conoscere altri ricercatori, lavorare con attrezzature ed equipe diverse per imparare. Oggi sono qui e sono contenta di quello che sto facendo. Ma avrei voluto essere io a scegliere di andarmene, il momento, il progetto, l’occasione. Invece sono dovuta fuggire sotto le bombe. Chissà se potrò tornare in Ucraina, nella mia terra libera. Chissà se potrò rivedere mio padre e il mio fidanzato. Perchè ci hanno fatto questo?».
Di questi giorni la notizia del suo importante traguardo, del progetto realizzato e ottenuto nel suo paese. Con un pezzo di cammino fatto in via Dunant nel Dipartimento di Biotecnologie e di Scienze della vita.
L’intervista del maggio 2022
Kseniya, la giovane ricercatrice ucraina accolta all’Insubria: “Sognavo di viaggiare non di fuggire”
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