«Formazione e sostegno ai settori dinamici per affrontare le crisi d’azienda»
In Provincia l'incontro tra istituzioni, enti di categoria, sindacati e istituti di ricerca con l'obiettivo di rendere il territorio in grado di prevenire e di rispondere ai problemi legati alle aziende in difficoltà

Gli esuberi annunciati di Beko, Mv Agusta e la separazione da Ktm, la Meta System a rischio di chiusura. Sono solo tre delle più importanti aziende del Varesotto di recente entrate in crisi. Una situazione poco rassicurante, che ha spinto la Provincia di Varese ad aprire un tavolo di confronto con tutti i principali soggetti del territorio, per rendere la provincia in grado di rispondere più efficacemente ai problemi legati alle difficoltà delle aziende (primo fra tutti i licenziamenti), e capire come creare le condizioni adatte per prevenire le crisi.
Il tavolo si è riunito per la prima volta a Villa Recalcati lunedì 24 marzo. All’assemblea hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciali, gli enti locali, le associazioni di categoria, i sindacati, l’Università dell’Insubria e il Jrc. «Non basta – ha spiegato il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini – lavorare per arginare le singole situazioni di crisi, bisogna fare prevenzione. Dobbiamo percepire i segnali di criticità, stabilire insieme una strategia comune e stabilire il modo migliore per agire».
Reintegrare i lavoratori che hanno perso il posto
Se da un lato ci sono persone che rischiano di perdere il proprio lavoro, dall’altro ci sono aziende che fanno fatica a trovare personale. La formazione diventa quindi lo strumento principale emerso dall’assemblea per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro chi non ha un impiego.
«Il nostro programma – ha illustrato il presidente della Camera di Commercio di Varese Mauro Vitiello – include un piano di formazione volto proprio a reintegrare i lavoratori provenienti dalle aziende in crisi in quelle imprese che invece cercano nuovi dipendenti».
«La ricollocazione – ha però sottolineato Stefania Filetti, segretaria generale di Cgil Varese – deve sempre tenere conto delle condizioni delle persone. Penso in particolare a tutti coloro che non possiedono quelle competenze particolari richieste dalle altre aziende, persone molto spesso donne. In questi casi dobbiamo intervenire con un approccio veramente inclusivo».
I settori di maggiore valore da sostenere
Altro aspetto al centro del dibattito: la necessità di stabilire quali siano i settori da sostenere per rendere la provincia di Varese maggiormente competitiva, prendendo in considerazione anche le caratteristiche specifiche dei suoi territori.
«Un tavolo ampio come questo – ha affermato Raffaele Cattaneo, sottosegretario alle Relazioni internazionali ed europee di Regione Lombardia – dovrebbe avere il compito di immaginare quali siano i settori che possano rilanciare in chiave strategica il futuro del nostro territorio, come il settore aerospaziale che in provincia di Varese ha avuto una crescita delle esportazioni vertiginosa».
Il ruolo delle infrastrutture
Competitività che passa anche dal potenziamento delle infrastrutture. «Per aumentare l’attrattività del territorio – ha commentato il presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi – è necessario portare avanti i cantieri delle infrastrutture e potenziare la logistica, a partire dall’aeroporto di Malpensa».
«Senza dimenticare – ha aggiunto il consigliere regionale Giuseppe Licata (Forza Italia) – l’importanza delle infrastrutture digitali».
La crisi colpisce anche il Canton Ticino
Sono circa 30.000 i lavoratori residenti in Provincia di Varese che lavorano in Svizzera. I frontalieri hanno contribuito ad abbassare il costo del lavoro in Canton Ticino, rendendo la regione molto attrattiva per le aziende.
«In questo momento – ha spiegato però Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione Comuni di Frontiera – anche il Canton Ticino vive un periodo difficile con diverse situazioni di crisi e decine di licenziamenti a causa soprattutto delle delocalizzazioni. Anche il lavoro transfrontaliero è quindi in difficoltà e per trovare soluzioni è necessario dialogare anche con le realtà presenti oltre confine come la Regio Insubrica».
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