“La povertà non è una colpa”: Viola Ardone a tu per tu con gli studenti del Liceo Curie di Tradate
Organizzato dal Dipartimento di Lettere e coordinato dal professor Federico Defendenti, l'evento ha permesso agli studenti di interagire direttamente con l'autrice, portando alla luce questioni profonde e variegate

L’aula magna del Liceo Curie di Tradate si è trasformata questa mattina, giovedì 13 marzo, in un vivace forum letterario grazie alla visita di Viola Ardone, autrice del rinomato romanzo “Il treno dei bambini“. Organizzato dal Dipartimento di Lettere e coordinato dal professor Federico Defendenti, l’evento ha permesso agli studenti di interagire direttamente con l’autrice, portando alla luce questioni profonde e variegate.
Durante l’evento, Ardone ha risposto a molteplici domande, tra cui una particolarmente evocativa riguardante il suo approccio alla scrittura di scene difficili come quelle di violenza nel suo romanzo “Oliva Denaro“. L’autrice ha condiviso: “Volevo che la scena dello stupro fosse disturbante senza usare un linguaggio crudo. È scritta con un linguaggio metaforico per trasmettere la lacerazione interiore della protagonista senza ricorrere alla crudezza delle parole.”
Un’altra domanda ha toccato il tema della povertà e dell’emigrazione, temi centrali nel suo primo successo. Ardone ha riflettuto: “Oggi, la povertà si manifesta in forme diverse, spesso spingendo i giovani a emigrare in cerca di opportunità. Questo è un parallelismo doloroso con il passato, dove la povertà spingeva le famiglie a mandare i propri figli al Nord Italia o all’estero in cerca di una vita migliore.”
Gli studenti hanno anche esplorato con l’autrice il processo creativo dietro la formazione dei suoi personaggi e delle trame. A una domanda su come sceglie i temi dei suoi libri, Ardone ha risposto: “Non scrivo mai partendo da un tema. Inizio sempre con i personaggi, che lentamente mi portano alle storie che meritano di essere raccontate”.

Uno degli scambi più toccanti ha riguardato la genesi del suo libro, dove Ardone ha condiviso: “L’idea mi è venuta perché era una storia che non conoscevo assolutamente. Mio papà e mia zia paterna hanno più o meno la stessa età dei bambini protagonisti del libro e comunque la situazione non è mai stata raccontata nelle nostre famiglie, mentre dove i bambini sono stati accolti, la storia veniva raccontata. Era una storia bella da raccontare, ricca di archi narrativi avvincenti.”
Interrogata sulla scelta delle famiglie che accoglievano i bambini, Ardone ha spiegato: “Venivano scelte in base alle disponibilità delle famiglie. Se ne occupavano i sindaci dei vari comuni. Molte di queste famiglie non erano particolarmente abbienti, ma erano segnate dalla guerra e dalla povertà e avevano questa grande idea di condivisione e solidarietà.”
Gli studenti hanno anche esplorato il personaggio di Maddalena, creato da Ardone per dare voce a sensazioni e realtà spesso non dette. L’autrice ha riflettuto sulla sua presenza nel romanzo, affermando: “Mi piaceva l’idea che potesse fare da preludio tra le due storie, unendo i fili narrativi in modo che il lettore potesse vedere il passato e il presente coesistere.”
L’incontro si è concluso con una riflessione da parte di Ardone sull’importanza della letteratura nel fare luce sulle ingiustizie sociali e nel promuovere un cambiamento culturale, lasciando gli studenti riflessivi e ispirati.
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