La Flc Cgil di Varese chiede l’istituzione del fondo a tutela dei docenti precari
La richieste è di un fondo come quelli attivi a sostegno dei lavoratori in somministrazione. Sarebbe il primo passo verso il riconoscimenti del valore sociale della professione

«Un fondo per tutelare la dignità e il benessere di migliaia di insegnanti precari, oggi lasciati in una condizione di profonda instabilità economica e sociale, nonostante svolgano con dedizione una funzione
pubblica di fondamentale importanza». È la richiesta della Flc Cgil di Varese che auspica la replica di fondi come Formatemp e Ebitemp, attivi a sostegno dei lavoratori in somministrazione: « Sarebbe auspicabile istituire un fondo specifico anche per i docenti non stabilizzati – commenta il segretario Michele Maglione – Questo fondo potrebbe garantire misure di tutela e supporto aggiuntive nel lungo percorso che porta alla stabilizzazione».
Sono cinque le direttrici suggerire:
1. Adeguamento salariale al costo della vita, con particolare attenzione ai lunghi periodi di disoccupazione o inattività forzata tra un incarico e l’altro. Risorse utili a togliere la pesante imposizione fiscale, ed ulteriori integrazioni al reddito oltre quanto già previsto.
2. Accesso gratuito alla formazione e alla riqualificazione professionale, finalizzata alla stabilizzazione, con percorsi mirati particolarmente per gli over 45.
3. Tutela sanitaria prioritaria, con accesso agevolato alle visite mediche nella sanità pubblica, convenzioni specialistiche (odontoiatria, oculistica) e la piena detraibilità delle spese legate all’attività professionale (occhiali, visite specialistiche, supporto psicologico) con dei bonus specifici per le varie voci.
4. Contributi e detrazioni per beni strumentali all’esercizio della professione, inclusi buoni pasto, buoni carburante, spese di trasporto, noleggio di veicoli o utilizzo di spazi per lavoro fuori sede.
5. Accesso agevolato al credito, con possibilità di prestiti e mutui a tassi calmierati, analogamente a quanto previsto per i dipendenti pubblici a tempo indeterminato tramite piattaforme come NoiPA.
«Un fondo di questo tipo costituirebbe un passo concreto verso il riconoscimento del valore sociale del lavoro docente – afferma Maglione – sostenendo chi accetta la precarietà non per scelta, ma per continuare a svolgere con passione e responsabilità un mestiere tanto importante quanto fragile. Non è pensabile che un lavoratore della scuola, un educatore, debba sostenere a proprie spese un percorso a volte lungo decenni per arrivare alla stabilizzazione, particolarmente a fronte di ricavi insufficienti e discontinui, a cui si aggiunge anche l’onere della formazione professionale certificata».
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