“La Lega rinnega le sue radici”. In consiglio comunale a Varese la polemica sul summit di Gallarate
L’accusa nell'intervento di apertura di Alessandro Pepe: "Partito sempre più a destra e non più localista". Le risposte dei consiglieri leghisti

Le polemiche contro il raduno dell’ultradestra al Teatro Condominio di Gallarate arrivano anche in consiglio comunale di Varese: «L’iniziativa sulla remigrazione avvenuta sabato a Gallarate è stata, ed è tuttora, una vergogna per tutto il nostro territorio. Una manifestazione che, oltre ad avere ospitato esponenti dell’estrema destra internazionale, – ha sottolineato il consigliere del PD Alessandro Pepe nelle dichiarazioni iniziali del consiglio comunale di lunedì 19 maggio – ha fatto emergere messaggi inaccettabili accostando il rimpatrio all’etnia e all’appartenenza».
«Il Remigration Summit è la prova definitiva che avevamo ragione: la Lega di Salvini ha rinnegato le sue radici per rincorrere la destra più estrema e impresentabile. Davanti a questi messaggi infami, – ha concluso Pepe – non si può fare finta che la Lega sia ancora quel partito localista, autonomista, federalista nato a Varese trent’anni fa. Oggi è il partito di
Vannacci.»
L’Opposizione non ci sta: le risposte della Lega
Diretta e energica la risposta dei diretti interessati: «Ci vuole coraggio a parlare di libertà da parte del PD, che contrasta le idee degli altri usando la violenza, come i tafferugli contro la polizia locale a Milano – ha replicato la leghista Barbara Bison al consigliere Pepe – L’obiettivo del summit era di appoggiare l’espulsione dei migranti clandestini e dei migranti che commettono reati nel nostro Paese, non certo coloro che sono integrati nel nostro tessuto sociale. Quando si citano principi costituzionali, si dovrebbe essere i primi a rispettarli».
E, sulla stessa linea: «La maggioranza vorrebbe che ci fossero delle liste di proscrizione, oppure che fosse vietata qualsiasi tipo di manifestazione – ha ribadito il legista Stefano Angei – a seconda del proprio interesse personale. Bisogna essere democratici fino in fondo e con tutti, non all’occorrenza».
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