Il tradimento di Trump
Mauro della Porta Raffo interviene sulle decisioni del Presidente degli Stati Uniti

Spero che Donald Trump, malgrado tutto, mantenga fede all’impegno preso in campagna elettorale e non dia inizio ad attacchi militari americani contro l’Iran. Sarebbe nel caso un tradimento che i suoi sostenitori in larga parte non gli perdonerebbero.
Da sorpassato ‘originalista’, poi, non trovo assolutamente corretto che le amministrazioni USA, da decenni – democratiche o repubblicane che siano – in buona sostanza ignorando bellamente il dettato costituzionale (articolo 1, sezione 8), operino bellicamente prescindendo dalla dichiarazione di guerra (sostituita ambiguamente da una “autorizzazione all’uso della forza militare”) che è e deve essere di competenza congressuale e non, con le più diverse spesso speciose se non pretestuose motivazioni, alla fine, presidenziale.
È vero, i tempi sono mutati e quasi sempre le reazioni devono essere immediate.
Se così è, si adegui la normativa scritta nella Carta della quale non si può semplicemente non tenere conto.
Poco più di un’ora dopo il mio precedente scritto Trump ha fatto bombardare i siti nucleari iraniani senza che ci sia stato un qualsiasi straccio di dichiarazione congressuale di guerra.
Da questo punto di vista, pare che gli Stati Uniti non siano più entrati in conflitto addirittura dal 1942 perché l’ultima volta nella quale, secondo il dettato costituzionale, il Congresso ha deliberato in merito è stato il 4/5 giugno appunto ‘42 quando la determinazione fu presa nei confronti di Bulgaria, Romania e Ungheria.
La foto è presa dagli account ufficiali della Casa Bianca
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