Oltre il buio: lo sport, il design e il viaggio come strumenti di trasformazione
A Materia Spazio Libero, le storie di chi affronta la disabilità visiva con coraggio, tra canottaggio, design sensoriale e cammini inclusivi. Dai racconti di Andrea e Richard dell’Associazione Sportiva Ciechi e Ipovedenti Varesini alla traversata oceanica di Dario Sorgato

L’incontro si apre nell’agorà di Materia Spazio Libero con la presentazione dei romanzi Noisyvision e Guarda dove cammini di Dario Sorgato, ma è l’associazione Ciechi e Ipovedenti Sportivi Varesini ad introdurre il pubblico alla serata, moderata dal giornalista Alessandro Guglielmi.
Andrea spiega come l’attività sportiva per ciechi e ipovedenti sia una realtà che unisce forza fisica, disciplina e spirito di squadra. «Con il canottaggio, ho cominciato a otto anni. All’inizio partecipavo alle gare, ora lo pratico a livello amatoriale, ma mi ci dedico come sempre: mi aiuta a scaricare la tensione». Accanto a lui, Richard sottolinea il valore degli strumenti che permettono l’inclusione, come la pallina sonora utilizzata in alcune discipline per l’orientamento.
Dario Sorgato: dalla luce al buio, passando per oceani e cammini
Al centro dell’incontro di mercoledì 18 giugno c’è Dario Sorgato, viaggiatore e scrittore. Affetto da retinite pigmentosa e sindrome di Usher, Sorgato ha fatto della sua condizione un percorso di esplorazione.
«Ho messo la testa sotto la sabbia: la malattia non era così invalidante, mi piaceva quello che stavo studiando» ricorda, riferendosi agli anni dell’università. Fu uno dei suoi colleghi della facoltà di design a rivelargli quello che sarebbe stato l’epilogo della sua malattia.
In Australia cercò di seguire i suoi studi ponendosi l’obiettivo di affrontare il mondo del design attraverso i sensi, quando ancora il design esperienziale non era di tendenza. Voleva approfondire il rapporto tra i sensi e la progettazione. L’Australia, ecco il primo posto per passare dal paesino veneto che «non è né carne né pesce, ma carne di cavallo» alla bellezza e alla lentezza del mondo.
Viaggiare lenti, camminare profondi
Dal Cammino di Santiago all’oceano, la vita di Sorgato è fatta di partenze. «Il Cammino ha consolidato la mia passione per il viaggio e ha fatto nascere quella per il tempo lento del viaggio a piedi. Il tempo giusto per conoscere il mondo, assaporare la natura, camminare con un viandante sconosciuto fino al passo prima».
Dopo un tentativo di vita “ordinaria” è una donna, o meglio l’amore, a spingerlo a mollare un contratto a tempo indeterminato, per una nuova partenza, un’ulteriore sfida. «Sono partito per una traversata oceanica senza aver mai messo piede su una barca a vela».
Per lui, ogni vera trasformazione passa da un gesto radicale: «Per ogni cambiamento serve azzerare, lasciare spazio libero per nuova materia».
Il giallo che illumina
Il colore diventa simbolo. «A Berlino ho accettato di essere chi sono e di non nascondere più le mie necessità, i miei limiti, le mie difficoltà». È lì che nasce NoisyVision, e il giallo diventa il tratto distintivo del suo messaggio, in quanto espediente cromatico che migliora l’accessibilità. «Il giallo è speranza, energia, calore».
Cammini inclusivi: un paradigma da ribaltare
Le camminate promosse da NoisyVision diventano un laboratorio di inclusione vera. Non ci sono corsi per formare guide, né sentieri estremi: solo percorsi facili, da fare affiancati.
«Chi accompagna non viene a fare un servizio, ma a camminare con altre persone. È un salto di paradigma: non valorizzare le persone per la loro disabilità, ma metterle tutte sullo stesso piano».
Sorgato denuncia il pregiudizio cognitivo che separa ancora chi vede e chi non vede: «Camminare con queste persone è bello, ma attenzione a non creare una categoria. Definirle “queste persone” tende a categorizzarle e crea un preconcetto difficile da estirpare».
Lasciarsi trasformare
Anche il mare diventa un contesto naturale dove rallentare e ascoltarsi. «La paura ci spinge a fare qualcosa al di fuori della nostra quotidianità».
Il cambiamento, racconta Dario, è talmente profondo da diventare ineffabile: «Così si torna trasformati, tanto che non si riesce a verbalizzare come si è cambiati».
Ma nei sorrisi e nelle lacrime di chi arriva al traguardo di un cammino, si legge una verità silenziosa. Una nuova visione.
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