La fame dell’individualismo: in Introspezione il morso più amaro di Mecna
Sei tracce e zero concessioni: nel suo ultimo ep il rapper disegna un mondo saturo e disilluso, dove una "pizza a domicilio" mancata è più grave della partita di vita o della "guerra lontana". La recensione di Jacopo Gaio

L’ultima pubblicazione di Mecna non è un progetto ordinario.
6 tracce, 11 minuti, nessun ritornello: solo barre, incastri, riflessioni. Il titolo, Introspezione, definisce chiaramente l’impronta dell’EP. I brani riportano con lucidità i pensieri del rapper, al secolo Corrado Grilli, dando voce a dubbi, delusioni e perplessità (nella foto Mecna alla “vecchia” Casa del disco di Varese). Emergono i problemi di un’industria sempre più satura, in cui, ormai, “la domanda non sta dietro più alle offerte”. Spiccano i paradossi di una società individualista, attenta solo all’apparenza alle questioni etiche e morali. Attiva superficialmente, ma priva di un reale interesse verso ciò che accade nel mondo.
È questo il tema di Pizza a domicilio, penultimo brano del progetto. Una traccia dalla produzione dolce e melodica, la cui narrazione, al contrario, si dimostra essere tagliente, a tratti fastidiosa, pungente, persino antipatica. L’immagine proposta è semplice: ordinando una pizza, ci si accorge che il fattorino, nel tragitto, è stato investito. Il tutto accade in una serata tranquilla, priva di preoccupazioni: la tv trasmette il resoconto di una guerra lontana, troppo distante per essere ascoltata. La fame, imponente, sovrasta qualsiasi preoccupazione. Ed ecco la triste notizia: la pizza tanto desiderata, purtroppo, non potrà essere consegnata. La drammaticità dell’epilogo sembra sovrastare qualsiasi pensiero.
Il vuoto nello stomaco risuona con un’intensità ancestrale, primitiva; la realtà circostante sembra perdere consistenza, forma, volume. “E poi che fai? Chiedi il rimborso? O provi un po’ di rimorso?”. È questo il dilemma etico sul quale verte la narrazione. E se può sembrare distante, non lo è affatto. La dinamica raccontata descrive un comportamento drasticamente attuale: ignorare ciò che è estraneo, ascoltando unicamente ciò che è tangibile, concreto, vicino. La ridotta attenzione generale nei confronti dei grandi conflitti mondiali fa parte di questo meccanismo.
E se, nel secolo scorso, ottenere informazioni risultava complesso, con l’avvento dei social tutto è cambiato. Immagini, video e articoli vengono quotidianamente condivisi in rete, permettendo all’user/utente di conoscere ciò che accade in ogni parte del globo. Non ci sono scuse: informarsi è una possibilità concreta, un diritto fondamentale del quale, ben spesso, ci dimentichiamo.
L’indifferenza governa la società moderna in maniera subdola, dando voce all’individualismo. Ed è qui che prevale la fame: la fame del singolo, incapace di cogliere, ascoltare, comprendere la fame degli altri. Lo dice bene Mecna: ci raccontiamo di volere bene al prossimo, ma lasciamo che tragedie ci scivolino addosso, come se fosse a posto”.
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