La Striscia di Gaza è ufficialmente in carestia. Lo certifica l’Onu
Il rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc) dichiara ufficialmente lo stato di carestia nella Striscia. Oltre 132 mila bambini sotto i cinque anni a rischio malnutrizione acuta, mentre più di mezzo milione di persone vivono condizioni catastrofiche

La Striscia di Gaza è ufficialmente in carestia. A certificarlo è il nuovo rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), sistema globale di monitoraggio della fame sostenuto dalle Nazioni Unite, che denuncia una crisi umanitaria senza precedenti in Medio Oriente. L’analisi parla di una carestia “interamente provocata dall’uomo”, in particolare a causa del blocco degli aiuti imposto da Israele.
Secondo i dati, oltre 132 mila bambini sotto i cinque anni sono a rischio malnutrizione acuta, il doppio rispetto alle stime diffuse a maggio. Tra questi, più di 41 mila risultano in condizioni di pericolo immediato di vita. Circa 55.500 donne incinte e in allattamento necessitano urgentemente di cibo e assistenza.
“Il tempo del dibattito e dell’esitazione è passato, la fame è presente e si sta diffondendo rapidamente”, afferma il documento.
Dopo 22 mesi di conflitto incessante, oltre mezzo milione di persone si trova ad affrontare condizioni definite catastrofiche, segnate da fame, miseria e morte. Si tratta del peggioramento più grave mai registrato dall’Ipc nella regione. Le proiezioni indicano che entro la fine di settembre la cifra salirà a 641 mila individui, pari a quasi un terzo della popolazione della Striscia. Particolarmente critica la situazione a Gaza City, dove l’esercito israeliano ha avviato l’occupazione.
Il rapporto avverte che la carestia potrebbe estendersi verso sud, raggiungendo Deir al-Balah e Khan Younis entro il prossimo mese. «La prima carestia conclamata del Medio Oriente – conclude l’Ipc – si sta aggravando con prospettive drammatiche nei mesi a venire”.
(Fonte Onu)
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