Un Varesotto su dieci vive all’estero: ecco dove si trovano e da dove sono partiti comune per comune
Dai dati emerge che più di un quarto dei migranti varesini ha scelto la Svizzera come meta di residenza: sono 20.360. Al secondo posto c’è l’Argentina, con 10.781 residenti. L'emigrazione più consistente è partita dal nord della provincia

Secondo i più recenti dati aggiornati dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono 73.798 i cittadini originari della provincia di Varese che oggi vivono fuori dall’Italia.
Un numero che corrisponde all’8,4% dell’attuale popolazione varesina – circa 880 mila abitanti – e che, in altre parole, significa che quasi un varesotto su dieci è emigrato o nato all’estero.
L’AIRE è il registro del Ministero dell’Interno che raccoglie i nominativi dei cittadini italiani residenti stabilmente fuori dai confini nazionali per un periodo superiore ai dodici mesi. L’iscrizione è obbligatoria e consente di esercitare diritti come il voto per corrispondenza e l’accesso ai servizi consolari, oltre a fornire un quadro aggiornato dei movimenti migratori italiani nel mondo.
Dai dati emerge che più di un quarto dei migranti varesini ha scelto la Svizzera come meta di residenza: sono 20.360 le persone che vivono oltre il confine, attratte soprattutto dalla vicinanza geografica e dalla possibilità di lavoro come frontalieri. Al secondo posto c’è l’Argentina, con 10.781 residenti, eredità della storica emigrazione italiana in Sud America, mentre la terza posizione spetta al Regno Unito, dove vivono 6.490 varesotti, a conferma di un flusso che non si è arrestato nemmeno con la Brexit.
La top five delle destinazioni si completa con Francia (4.572 residenti) e Spagna (4.568), che insieme a Svizzera, Argentina e Regno Unito concentrano oltre il 65% dell’emigrazione varesina. Seguono Uruguay (4.216), Germania (4.015) e Stati Uniti (3.051), a cui si aggiungono altre 154 mete sparse in tutto il mondo, dalle capitali europee alle destinazioni più esotiche.
Le valli del nord: picchi oltre il 50%
I valori più elevati si registrano nel nord della provincia, in particolare nell’area di Luino e lungo la fascia di confine con la Svizzera. Curiglia con Monteviasco è un caso estremo: qui gli iscritti AIRE sono addirittura superiori alla popolazione residente, con una percentuale del 101%. Questo dato non significa che gli abitanti siano “più di cento su cento”, ma che molti originari del paese, pur vivendo stabilmente all’estero, mantengono la residenza AIRE e legami con il territorio d’origine, mentre la popolazione effettiva residente è molto ridotta.
Altri comuni di confine mostrano percentuali altissime: Cremenaga (84%), Lavena Ponte Tresa (82%), Tronzano Lago Maggiore (92%), Cadegliano-Viconago (61%), Maccagno con Pino e Veddasca (60%) e Brusimpiano (58%). In queste località il fenomeno migratorio è storicamente legato al frontalierato e alla mobilità transfrontaliera verso la Svizzera, ma anche alle emigrazioni di lunga data che hanno interessato le valli del Luinese.
La Valcuvia e l’asse Luino–Viggiù
Sempre nel nord, i comuni della Valcuvia e delle valli circostanti mostrano valori tra il 20% e il 40%. Marchirolo (38%), Dumenza (36%), Agra (35%), Casalzuigno (39%) e Porto Ceresio (39%) rientrano tra i territori con maggiore incidenza. Da segnalare anche Viggiù (29%) e Luino (29%), che pur avendo una popolazione più consistente, registrano percentuali alte rispetto alla media provinciale.
Le aree del centro e del sud: percentuali più basse ma non irrilevanti
Scendendo verso la pianura e la fascia centrale della provincia, la situazione cambia: qui le percentuali si attestano per lo più tra il 5% e il 15%, con valori più alti in alcuni comuni come Albizzate (11%), Gallarate (11%), Cardano al Campo (8%) e Saronno (8%). Si tratta di zone dove la mobilità internazionale è legata più che altro a migrazioni recenti per motivi di lavoro o studio e meno a flussi storici.
Chi sono i varesotti all’estero: l’analisi per età e Paese di destinazione
L’analisi dei dati AIRE suddivisi per classi anagrafiche e Paese di residenza rivela una dinamica composita e variegata. In totale, considerando le destinazioni principali, emergono oltre 9.400 minori di 14 anni iscritti all’anagrafe consolare, un dato che testimonia come l’emigrazione non riguardi solo adulti in cerca di lavoro, ma anche interi nuclei familiari che si spostano all’estero o che sono nati all’estero. All’estremo opposto, la fascia over 60 supera le 14.000 unità, segno della presenza di pensionati che hanno scelto di trasferirsi oltreconfine o di anziani figli di precedenti ondate migratorie che mantengono la cittadinanza italiana.
Le classi centrali (25-49 anni) concentrano la maggioranza dei flussi migratori contemporanei, con oltre 20.000 residenti totali: qui si trovano soprattutto giovani adulti e famiglie in età lavorativa, spesso attratte da opportunità professionali e dalla possibilità di una vita più stabile all’estero.
Varesenews racconta le vite dei varesotti all’estero
VareseNews segue da anni il fenomeno dell’emigrazione varesina attraverso una rubrica dedicata ai varesini all’estero, che raccoglie testimonianze, interviste e racconti di vita quotidiana da ogni parte del mondo. Dalla Svizzera all’Argentina, passando per le nuove mete come Regno Unito e Spagna, queste storie offrono uno spaccato umano del fenomeno migratorio, mostrando non solo i motivi della partenza ma anche i legami che molti mantengono con il territorio d’origine. Tutti gli articoli sono consultabili nella sezione dedicata sul nostro sito, disponibile a questo link. (Vivi All’estero? Raccontaci cosa fai compilando questo modulo)
Svizzera: il cuore dell’emigrazione varesina e la presenza delle famiglie
La Svizzera domina nettamente la classifica: con oltre 20.000 residenti varesotti, raccoglie quasi un terzo dell’intera diaspora provinciale. Impressionante la distribuzione per età: 2.618 bambini sotto i 14 anni e 4.874 over 60 convivono nello stesso flusso migratorio, evidenziando un doppio fenomeno. Da un lato, le famiglie di frontalieri che si stabiliscono oltreconfine mantenendo forti legami con la provincia; dall’altro, pensionati e anziani figli dell’emigrazione storica che non hanno mai rinunciato alla cittadinanza italiana.
Argentina e Uruguay: l’eredità delle migrazioni storiche
In Argentina vivono oltre 10.700 varesotti, con una fortissima concentrazione nella fascia over 60 (3.294 persone). Questo dato riflette l’ondata migratoria di inizio Novecento e del secondo dopoguerra, che ha portato intere comunità lombarde a stabilirsi in Sud America. Un fenomeno simile si osserva in Uruguay, dove gli over 60 sono 1.373 su 4.216 residenti complessivi: un terzo della comunità. Qui la presenza di bambini e ragazzi è più contenuta, a indicare che il flusso attuale è poco alimentato da nuove migrazioni e si basa soprattutto sulle generazioni discendenti.
Regno Unito e Spagna: la nuova mobilità dei giovani adulti
Diverso il profilo del Regno Unito (6.490 residenti) e della Spagna (4.568 residenti), dove spiccano le fasce giovanili e centrali: nel Regno Unito si contano oltre 1.300 minori e quasi 1.100 giovani tra i 20 e i 29 anni, mentre in Spagna i bambini sono 672 e i giovani adulti (20-34 anni) oltre 870. Questi numeri mostrano un’emigrazione più recente, legata a studio, lavoro qualificato e nuove opportunità professionali, piuttosto che a flussi storici.
Francia e Germania: comunità miste e continuità storica
Francia e Germania ospitano comunità intermedie sia per numerosità sia per composizione: la Francia conta 4.572 varesotti, con 910 bambini e 771 over 60, mentre la Germania ne conta 4.015, con un profilo equilibrato tra giovani adulti e anziani. Entrambe le destinazioni sono da sempre mete di emigrazione per lavoro e negli ultimi anni hanno visto anche l’arrivo di nuove generazioni.
Il buen ritiro: i pensionati in Portogallo e Tunisia
In Portogallo si osserva un numero relativamente contenuto di bambini (34) e una presenza importante di over 60 (118), confermando che il Paese è meta soprattutto di pensionati attratti da agevolazioni fiscali. Alcuni Paesi come Tunisia e Thailandia mostrano concentrazioni anagrafiche particolari: prevalgono gli over 60 e le fasce adulte, quasi assenti i minori, a indicare trasferimenti individuali piuttosto che familiari.
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