Al cimitero di Orino arriva la “app“ che ti guida fino alla tomba che cerchi
Si chiama “Aldilapp” ed è l’idea nata da un imprenditore Abruzzese. Il paese ha coperto i costi con fondi Pnrr. Obiettivo: non solo un servizio ai cittadini, ma a che la riscoperta delle radici culturali. Il caso dell'Eco di Bergamo
Arrivi nel cimitero del paesino dove sai che è sepolto qualcuno che conoscevi e che vuoi onorare con una visita, ma non sai a chi chiedere: dov’è la tomba? Se non c’è ad accoglierti qualcuno come Violette Toussaint, il personaggio narrante del romanzo Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin, che faceva la custode di un camposanto in una cittadina della Borgogna, allora sono guai: a chi chiedere? Come arrivare alla tomba sulla quale posare un fiore o dedicare un pensiero, una preghiera?
A Orino, comune di poco più di 800 anime, hanno pensato alla tecnologia. Una “app“ attivabile con un codice QR che si trova proprio all’ingresso del cimitero, a San Lorenzo (come i residenti chiamano la località situata a lato dell’omonima chiesa e a pochi passi dal grande tiglio monumentale): inquadri il codice, clicchi sul link e in pochi passaggi sei in grado di trovare il nominativo del defunto con data di nascita e di morte, le indicazioni topografiche per arrivare alla tomba (esempio “campo 1“, “fila 5“, “tomba 40“) e addirittura lo schema delle sepolture che consentono di capire in maniera intuitiva dove si trova la lapide.
Il sindaco di Orino Federico Raos spiega che «il servizio è attivo dalla fine del 2024, ha un costo una tantum, quindi non ha un canone ed è coperto con fondi Pnrr che hanno avuto come obiettivo anche la digitalizzazione del cimitero». I cittadini, molti dei quali anziani, che si fanno “il giro” quotidiano al cimitero, non fanno caso al cartello. Semplicemente non lo usano, dal momento che per i frequentatori locali del cimitero, appunto, il giro di saluto ai defunti è sempre quello, il solito: uno sguardo al conoscente, il passaggio alle nuove tumulazioni. Poi chi vuole fa il segno della croce ed esce dal cancello.
Il servizio invece come accennato rappresenta un valore aggiunto importante in quelle strutture cimiteriali anche più grandi del camposanto di Orino dove tuttavia le amministrazioni non hanno la possibilità di destinare personale oltre alla gestione ordinaria dell’attività cimiteriale. Inoltre attraverso accordi con piccole aziende del territorio, consente anche a chi non può recarsi personalmente sulla tomba della persona cara di inviare dei fiori o altri oggetti, di ordinare la pulizia della tomba stessa. Poi, sfogliando la app nella comunità virtuale creata dall’applicazione, per ogni cimitero si possono scrivere dei ricordi o la biografia della persona cara di cui si vuole perpetuare la memoria, o ancora accendere un cero virtuale e aggiungere foto significative dell’esistenza della persona in questione.

Enrico Massi, Ceo di Aldilapp, ha spiegato in video reperibili in rete la funzionalità del servizio, che ha sì un valore sociale, ma anche culturale per avvicinare i giovani alla conoscenza del territorio: dietro ogni sepoltura risiede la storia di qualcuno che ha vissuto i luoghi, un soprannome, una professione, un ruolo giocato soprattutto nelle piccole e piccolissime comunità. Un punto di vista che di certo riscopre qualcosa che nuovo non è: al cimitero si va per ricordare. Ma si va per ricordare qualcosa che già si conosce, che si sa: il plus che servizi come questi possono fornire stanno proprio in questo, nella possibile “scoperta” di storie nascoste.
Un po’ come ha fatto – ed è notizia di questi ultimi giorni fresca di presentazione al festival del giornalismo di Nantes a cui Varesenews ha partecipato invitata come case history – l’Eco di Bergamo, che grazie all’intelligenza artificiale ha processato fra il 2023 e il 2024 settant’anni di necrologi comparsi sul giornale (famoso, a proposito di necrologi, per le paginate e paginate di nomi pubblicati durante i periodi più duri della pandemia, notizia arrivata addirittura sul New York Times).
Ricerca culturale, di territorio, ma anche stilistica: ogni decennio affrontato ha rivelato un proprio linguaggio nel raccontare la vita e la morte dei concittadini.
Tornando alla app, i Comuni convenzionati sono una quarantina abbondante, fra cui, oltre alla piccola Orino figurano anche città come Treviso, Terni, L’Aquila, Ancona: decine e decine di campisanti, con le storie di chi vi riposa.
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