L’Agenzia del Farmaco dispone a carico del SSN l’uso di antivirali per l’infezione di epatite C nei pazienti trapiantati
Tra i consulenti che hanno permesso di arrivare a questo risultato il professor Paolo Grossi, tra i maggiori esperti italiani di trapianti in pazienti affetti da epatite e da Aids
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha dato il via libera all’utilizzo, a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), dei farmaci antivirali ad azione diretta per il trattamento dell’infezione da epatite C (HCV) nei pazienti trapiantati. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel campo dei trapianti d’organo.
Questa decisione consentirà di ampliare le opportunità terapeutiche per i pazienti trapiantati, proteggendoli dall’infezione HCV che potrebbe derivare da donatori con infezione attiva, ma soprattutto salverà centinaia di vite ogni anno. Il tutto grazie a un lungo e intenso lavoro di collaborazione tra istituzioni scientifiche, mediche e accademiche, tra cui il contributo determinante del Professor Paolo Grossi dell’Università degli Studi dell’Insubria e direttore della clinica di Malattie Infettive dell’Asst Sette Laghi.
Il Centro Nazionale Trapianti (CNT), in sinergia con l’Istituto Superiore di Sanità e l’AIFA, ha ottenuto un fondamentale consenso per ampliare l’uso di trattamenti antivirali di ultima generazione, a partire dal trattamento immediato dell’HCV in pazienti che ricevono un trapianto di organo o di midollo da donatori con infezione attiva da HCV. Fino ad oggi, infatti, gli organi provenienti da donatori infetti erano destinati a pazienti con HCV cronica, limitando di fatto il numero di trapianti potenzialmente realizzabili.
La novità introdotta dalla nuova decisione riguarda un approccio più inclusivo, che consente di trattare tempestivamente l’infezione con farmaci ad altissima efficacia, rendendo utilizzabili gli organi anche per i pazienti non infetti. In particolare, il CNT stima che l’adozione di questa strategia possa comportare un incremento significativo nel numero dei trapianti annuali, con circa 150 trapianti aggiuntivi ogni anno. Si tratta di un aumento pari al 4,4% rispetto al totale annuale, una prospettiva che potrebbe fare la differenza per migliaia di pazienti in lista d’attesa.
L’approvazione da parte dell’AIFA di questa estensione terapeutica è il frutto di un lungo percorso di ricerca, collaborazione e dialogo fra diversi enti. Secondo Giuseppe Feltrin, direttore generale del CNT, il risultato è il frutto di una collaborazione proficua tra istituzioni, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, che ha contribuito al successo di questo traguardo. Feltrin sottolinea inoltre che l’efficacia dei farmaci antivirali, stimata tra il 98% e il 99%, permette di trattare tempestivamente qualsiasi eventuale infezione post-trapianto, garantendo al contempo la sicurezza e la riuscita dell’intervento.
Il Professor Paolo Grossi, insieme ai colleghi del CNT e dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, ha contribuito in modo decisivo all’elaborazione delle nuove indicazioni. Grazie a questo impegno congiunto, si aprono ora nuove prospettive per i pazienti trapiantati, con l’auspicio che la rapida adozione del nuovo protocollo possa restituire una speranza in più a tutte le persone che aspettano un trapianto.
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