Lo spread crolla: più fiducia da famiglie, imprese e mercati
Dal 2022 il differenziale Btp-Bund si è ridotto da 251 a 71 punti base, con lo spread tra Btp e Oat francesi sceso a 5,5: segnali di fiducia internazionale sulla solidità fiscale del Paese
Dal 2022 al 2025 lo spread ha rappresentato un indicatore chiave della solidità italiana, con benefici evidenti per imprese, famiglie e finanza. Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund), considerati un punto di riferimento per l’affidabilità di un Paese, ha accompagnato l’Italia in un triennio di consolidamento economico, con ricadute favorevoli su tutti i principali attori del sistema.
Lo spread che a settembre 2022 – poco prima dell’insediamento del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti – aveva raggiunto i 251 punti base, ha toccato i 71 punti base il 15 agosto 2025. Il 27 agosto anche il differenziale tra Oat francesi e Btp italiani si è assottigliato al minimo storico a circa 5,5 punti base. Un effetto visibile e misurabile del lavoro responsabile svolto dall’esecutivo in questi primi 3 anni. Se all’inizio della legislatura le tensioni internazionali e le preoccupazioni legate alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina, insieme alla politica monetaria con gli aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE, hanno tenuto lo spread su livelli relativamente alti, le politiche di bilancio prudenti e il rispetto degli impegni con l’UE hanno contribuito a rassicurare i mercati.
Dall’inizio del 2024 ad oggi in particolare lo spread si è mosso in un contesto di relativa tranquillità, riflettendo una maggiore fiducia degli investitori nella solidità economica dell’Italia e nelle sue politiche finanziarie. Lo spread, infatti, ha mantenuto una relativa stabilità e si è mantenuto su valori inferiori rispetto ai livelli visti durante i periodi di massima tensione.
Ciò è stato possibile grazie ai segnali di una crescita economica stabile dell’Italia e al contenimento del debito e al rispetto delle regole di bilancio europee. Tutti fattori visti positivamente dai mercati e dalle agenzie di rating che hanno premiato la traiettoria di crescita e consolidamento fiscale del Paese. (Fonte Mef)
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