Polha Varese, una storia di sport e inclusione. L’intervista a Daniela Colonna Preti a Radio Materia
Una nuova associazione si racconta a Radio Materia. A condurre l'intervista Damiano Franzetti

Venerdì 12 settembre è andata in onda su Radio Materia una nuova puntata di Soci All Time, la trasmissione quotidiana dedicata alle associazioni del territorio, realizzata in collaborazione con CSV Insubria. A condurre l’appuntamento Damiano Franzetti, che ha ospitato Daniela Colonna Preti, storica presidente della Polha Varese, realtà di riferimento per lo sport paralimpico sul nostro territorio e non solo.
Fondata nel 1982 da un gruppo di giovani con disabilità che volevano dimostrare di poter praticare sport a livello agonistico, la Polha è diventata negli anni un punto di riferimento nazionale. «All’inizio non c’era nulla — ha ricordato Daniela — né attrezzature, né spazi, né esperienza. Ma quei pionieri hanno iniziato comunque, dal nuoto all’atletica in carrozzina, fino al basket e al tennis tavolo».
Dal 1984 a oggi, ben 56 atleti della Polha hanno vestito la maglia azzurra alle Paralimpiadi, conquistando circa cinquanta medaglie internazionali. Solo a Parigi 2024 erano presenti otto atleti, la delegazione più numerosa tra le società sportive italiane, con risultati di primissimo livello.
Non solo nuoto: tante discipline, una sola missione
Oggi l’associazione promuove numerose discipline sportive: dal nuoto all’atletica leggera, dal kayak alla boccia paralimpica, passando per l’handbike, il tennis tavolo, il sitting volley e persino il calcio balilla paralimpico, con atleti che militano nella nazionale italiana.
Nel panorama invernale, un posto speciale è occupato dallo sledge hockey: la squadra varesina, nota come Armata Brancaleone, è tra le sole tre realtà italiane attive in questa disciplina. Tre suoi atleti — Alessandro Andreoni, Roberto Radice e Santino Stillitano — hanno recentemente contribuito alla vittoria dell’Italia ai Mondiali di gruppo B in Kazakistan, che ha riportato gli azzurri nella massima serie in vista delle Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026.
Il progetto “Sport si può” e il futuro
Accanto all’attività agonistica, Polha porta avanti da vent’anni il progetto “Sport si può”, che ogni anno coinvolge circa 300 bambini con disabilità nelle scuole del territorio, avviandoli all’acquaticità e facendo conoscere le opportunità sportive disponibili. Un’iniziativa che ha contribuito a diffondere la cultura dell’inclusione e a far crescere nuove generazioni di atleti.
Le sfide non mancano: la presidente ha sottolineato le difficoltà nel reperire volontari e nel garantire un ricambio generazionale nella dirigenza, oltre alla necessità di maggiori risorse economiche. «Servono persone con tempo e passione. Abbiamo tanti ragazzi del servizio civile, ma manca la continuità. E per il futuro sogno di trovare qualcuno che possa raccogliere il testimone», ha raccontato Daniela.
Quarant’anni di impegno e passione
Daniela Colonna Preti, che ha firmato la sua prima tessera da volontaria nel 1985, ha visto crescere la Polha da piccolo gruppo di pionieri a grande famiglia sportiva. «Il momento più emozionante? Impossibile sceglierne uno solo. Ogni volta che vedo un bambino arrivare timido e poi sbocciare grazie allo sport, è una gioia immensa», ha detto.
Dopo quarant’anni di impegno, la Polha Varese continua a essere una delle realtà sportive più vincenti e inclusive d’Italia, capace di trasformare lo sport in un motore di autonomia, socialità e futuro per tantissimi ragazzi e ragazze con disabilità.
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