Accordo tra Hamas e Israele: si apre una strada sulla pace per Gaza. Tensioni nel governo Israeliano
L'annuncio americano ma persistono tensioni interne nel governo israeliano, dove parte della destra ha già espresso forte dissenso verso le concessioni fatte ad Hamas

Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo di pace che potrebbe finalmente porre fine ad anni di conflitto nella Striscia di Gaza. L’intesa, firmata all’alba del 9 ottobre sotto la supervisione di Qatar, Egitto e Turchia, e con il sostegno diretto del presidente americano Donald Trump, prevede un cessate il fuoco immediato e l’avvio di una fase di scambi umanitari e ritiri militari.
Secondo i dettagli resi noti dai negoziatori, nelle prossime 72 ore saranno rilasciati 20 ostaggi israeliani e circa 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui 250 ergastolani. Nel frattempo, Israele ritirerà progressivamente le proprie truppe dal 70% dei territori occupati nella Striscia di Gaza, mantenendo una presenza solo nella zona di Rafah, fondamentale per il monitoraggio internazionale della tregua e per gestire il ritorno degli sfollati.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dalla popolazione di Gaza, che ha festeggiato nelle strade, e dai familiari degli ostaggi israeliani, che hanno ringraziato la diplomazia americana per il risultato. Tuttavia, persistono tensioni interne nel governo israeliano, dove parte della destra ha già espresso forte dissenso verso le concessioni fatte ad Hamas. Il governo israeliano si riunirà oggi per esaminare l’accordo sulla tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi e prigionieri approvato durante la notte. Se lo approverà, deciderà sul ritiro dell’Idf. L’ONU e la Croce Rossa internazionale stanno preparando le operazioni di monitoraggio e facilitazione degli scambi previsto dall’accordo.
Nonostante questa svolta storica, le incognite rimangono: il secondo step dei negoziati riguarderà la smilitarizzazione della Striscia, il futuro controllo dei confini e lo status di Gerusalemme, temi che potrebbero rimettere in discussione la fragile tregua raggiunta. Il piano vede il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti anche nella ricostruzione di Gaza e la possibilità di un futuro riconoscimento della Palestina nell’ONU.
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