Il prefetto di Varese e la nuova vita di Monteviasco: “Luogo fatto di storie vere”

La funivia messa a nuovo a due mesi dalla riapertura. Il Comune predispone un piano forestale per le manutenzioni

Generico 06 Oct 2025

Lo avevamo raccontato a ridosso del nuovo corso del paese, con la storia di famiglia di Lucia Cassina divenuta oramai leggenda: chi arriva ai mille metri di Monteviasco, e lo sceglie per vivere, difficilmente lo abbandona, o se ne va. Anche di fronte alle difficoltà, come la guerra. L’isolamento. La scomodità. Una formula utilizzata di recente dal prefetto di Varese Salvatore Pasquariello che ha visitato il borgo dopo la riapertura della preziosa funivia (sulla quale siamo ritornati a due mesi dalla riapertura); il racconto, in tre parole: «famiglie che resistono» e che vivono in un luogo «che negli ultimi anni ha affrontato difficoltà durissime».

Monteviasco è difatti posto unico, arroccato a quasi 950 metri d’altitudine e raggiungibile, fino a poche settimane fa, solo a piedi lungo una mulattiera di circa 1.400 gradini. Dopo il tragico incidente del 2018 (la morte dello storico manutentore ndr), la chiusura della funivia ha determinato l’isolamento reale per i pochi residenti, che oggi sono meno di una decina – in gran parte anziani – che aumentano nel periodo estivo. Lo stesso Comune di Curiglia con Monteviasco conta complessivamente pochi abitanti, con una densità bassissima e un’età media elevata. Sono numeri che raccontano fenomeni più ampi: lo spopolamento delle zone interne, il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione e la difficoltà di trattenere i giovani.

«Questi non sono dati freddi: sono vite, storie, famiglie che resistono, che scelgono di rimanere, che lottano ogni giorno per mantenere viva una comunità. In questi anni di chiusura, ho potuto toccare con mano – anche attraverso le riunioni convocate in Prefettura – la forza e la dignità di questa popolazione», afferma il prefetto di Varese che ha recentemente ringraziato tutte le componenti che hanno reso possibile alleviare le fatiche dei pochi ma coriacei residenti del borgo, vedi «l’impegno dei Carabinieri, che in più occasioni hanno portato a piedi viveri, medicinali e beni di prima necessità ai residenti isolati: un esempio concreto di servizio, di vicinanza dello Stato e di solidarietà che non dimenticheremo». Una «riapertura frutto di un lavoro lungo e complesso, che ha richiesto il concorso di molte persone e istituzioni».

Sul fronte della riapertura dell’impianto, poi, ci sono novità: è stata licenziata in questi giorni proprio una determina che affida un incarico professionale per predisposizione del piano forestale di manutenzione della funivia. Un documento che servirà a definire la fascia di manutenzione forestale lungo la linea e delle superfici di manutenzione limitrofe alle stazioni di monte e valle e al pilone, con particolare attenzione al mantenimento dei percorsi di manutenzione ed evacuazione previsti dal documento di sicurezza di esercizio. Verrà inoltre predisposta una planimetria catastale con elenco delle aree forestali interferenti con l’impianto e la redazione del “Piano di gestione delle aree forestali interferenti“, con descrizione degli interventi di ordinaria manutenzione finalizzati a garantire l’integrità dell’impianto dalla caduta piante, definendo tipologia di intervento selvicolturale e indicazione temporale delle attività.

LA VITA NELLA MONTEVIASCO ISOLATA, IL REPORTAGEVIDEO

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Pubblicato il 08 Ottobre 2025
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