Moody e Freeman, le “scommesse” della Openjobmetis vogliono lasciare il segno
Il play: "Mi sto calando in una realtà nuova: qui anche per la storia di Varese". La guardia: "Il recupero procede bene, grazie al club che segue ogni mio passo"

In un modo o nell’altro Stefan Moody e Allerik Freeman rappresentano una quota-scommessa importante per la Openjobmetis che sta per iniziare il proprio campionato. Il playmaker è stato tra i giocatori “sotto standard” nelle amichevoli estive, la guardia come noto sta recuperando la forma piena dopo la rottura del tendine d’Achille di dicembre. Ma entrambi hanno spiegato con ottimismo il loro approccio alla Serie A nell’incontro con la stampa organizzato dallo sponsor Divani&Divani nel punto vendita di viale Belforte.

MOODY: “MI STO CALANDO IN UN SISTEMA NUOVO”
La domanda più attesa, per Moody, è proprio sulle difficoltà incontrate in partita fino a questo momento: «Il mio rendimento dipende un po’ dal sistema di gioco che l’allenatore mette in campo e questo è abbastanza naturale: tutti i giocatori che arrivano in una squadra si devono calare nella nuova realtà e nelle richieste che vengono fatte. Per quanto mi riguarda, mi sto sempre più adattando alla situazione anche se, senza dubbio, siamo ancora nel corso di questo processo».
Il play, che veste il numero 42 per omaggiare il padre, ex giocatore di football, dimostra di aver studiato storia prima di arrivare alla firma. «Quando mi sono arrivate alcune richieste dal mercato mi sono documentato e ho conosciuto quel che rappresenta Varese nel mondo del basket, e anche questo è un aspetto che ho considerato. E poi in Italia non avevo mai giocato: anche questo ha influito nella decisione».
Moody, come anche Freeman, non si sbilancia nel dare un giudizio completo sulla nuova Openjobmetis: «Stiamo lavorando giorno per giorno e dobbiamo “unire” tutto quello che ci viene proposto e che costruiamo. Dobbiamo guardare avanti e con il passare del tempo capiremo dove saremo. Di certo in gruppo mi trovo bene: stiamo crescendo e vogliamo iniziare la stagione nel migliore dei modi».

FREEMAN: “MI SENTO SEMPRE MEGLIO. IL CLUB MI AIUTA”
Fresco di firma ufficiale, Allerik Freeman rispetto a Moody ha già saggiato la Serie A, seppure con risultati alterni. «Nel campionato italiano prevale l’aspetto atletico a differenza di altri in cui invece conta di più la parte fisica. La mia esperienza a Venezia è stata segnata dal modo in cui era composta la squadra: quando unisci 12 giocatori potenzialmente da Eurolega, hai comunque 40′ di gioco a disposizione e non puoi accontentare tutti».
Riguardo alla sua salute, “Alle” spiega di essere molto confortato dai risultati dei test. «Di solito per il tendine d’Achille serve un anno per tornare al livello precedente e a me mancherebbero ancora tre mesi. Però il mio recupero è più rapido della media: non lo dico io ma i risultati strumentali a cui mi sto sottoponendo. Da parte mia comunque sento che il mio corpo sta rispondendo nel modo giusto».
A tal proposito l’americano tiene a sottolineare l’impegno della Pallacanestro Varese a riguardo: «Il club mi ha aiutato molto da quando sono arrivato qui: su di me è stato impostato un lavoro personalizzato oltre all’allenamento di squadra e inoltre ho a disposizione le tabelle preparate dallo staff medico, da quello fisioterapico e dal preparatore Silvio Barnaba. In questo modo abbiamo potuto monitorare ogni giorno il mio stato e non avrei mai pensato di migliorare così tanto in così poco tempo. Per esperienza vi dico che non ci sono tante società in Europa che seguono in questa maniera un giocatore in fase di recupero».
UMBERTO GANDINI OSPITE DI “LUCI A MASNAGO”
Superospite per la prossima puntata di “Luci a Masnago”, la trasmissione di Radio Materia che sarà disponibile anche in forma di podcast. Il presidente uscente di Legabasket sarà in diretta giovedì 2 ottobre dalle 14. È attivo il numero 353-4848857 per inviare i le proprie opinioni via WhatsApp. Di seguito l’articolo completo.
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