Medicina di genere, un nuovo sguardo sulla salute: alle Ville Ponti un dialogo tra scienza, filosofia e società
Il 25 novembre a Varese il convegno promosso dal Gruppo Donne di Confapi. La presidente Chiara Barbieri: “Serve un approccio multidimensionale che rimetta al centro l’individuo, oltre stereotipi e semplificazioni”
Il 25 novembre alle 16.30, nel Salone Andrea del Centro Congressi di Ville Ponti a Varese, si terrà il convegno “Medicina di genere – Un dialogo tra scienza, filosofia e narrazione per ripensare la salute con equità”. L’iniziativa, organizzata in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, nasce dal lavoro del Gruppo Donne di Confapi Varese, guidato dall’imprenditrice Chiara Barbieri (nella foto). L’evento è patrocinato da Provincia di Varese, Comune di Varese, Camera di Commercio, ATS Insubria e Croce Rossa Italiana – Comitati di Varese e Gallarate.
L’obiettivo è esplorare il valore dell’approccio di genere nella salute, nella ricerca, nella narrazione e nei contesti professionali, per costruire una cultura più equa e inclusiva. «La possibilità di lavorare insieme a un progetto condiviso, unendo esperienze e competenze, è la base di un miglioramento trasversale – spiega Barbieri –. Sensibilizzare sulla parità di genere richiede azioni tangibili e la condivisione di valori comuni, da cui possono nascere nuovi linguaggi e soluzioni».
LA PERSONALIZZAZIONE DELLE CURE
L’idea del convegno nasce anche dal confronto con Brigitte Sardo, presidente nazionale del Gruppo Donne Confapi, e dal percorso avviato a livello nazionale per diffondere la cultura della medicina di genere.
«È un approccio recente, perché per molto tempo lo sguardo medico è stato androcentrico – ricorda Barbieri –. Le donne venivano studiate quasi solo per gli aspetti riproduttivi e le differenze biologiche, mentre mancava completamente una lettura qualitativa, legata ai vissuti, ai contesti socio-economici e culturali. Ma è da lì che passa una vera personalizzazione delle cure».
L’APPROCCIO DI GENERE
Dalla sua esperienza imprenditoriale Barbieri ha tratto esempi concreti: «Anche nei luoghi di lavoro la salute non può essere neutra. Penso al Documento di Valutazione dei Rischi, che raramente tiene conto delle differenze di genere, oppure ai dispositivi di protezione individuale spesso calibrati su corporature maschili. Eppure anche l’esposizione a vibrazioni o agenti chimici può avere effetti diversi su uomini e donne». Un approccio di genere, insiste, non è “medicina delle donne”.
«È un modello che valorizza la specificità di ogni individuo. Serve agli uomini e alle donne, perché anche l’idea dell’“uomo medio” è un’invenzione: ognuno di noi è il proprio vissuto, la propria storia, la propria relazione con l’ambiente».
UN CONVEGNO MULTIDISCIPLINARE
Da qui la scelta di costruire un panel multidisciplinare, che includa anche la voce filosofica e antropologica. «La salute non può essere letta solo attraverso parametri biologici. La mente, il corpo, le relazioni sociali sono un tutt’uno. La visione cartesiana ci ha abituati a studiare l’essere umano come una formula, ma non lo siamo: apparteniamo a un sistema di significati, come dice l’“appartengo ergo sum”».
Il convegno è aperto a professionisti, imprese, scuole e cittadinanza. «Ho voluto che fosse gratuito e accessibile – conclude Barbieri -. Se avessi conosciuto certi temi da adolescente, li avrei abbracciati subito. Per questo è importante offrirli anche ai giovani: per costruire un futuro in cui la salute sia davvero equa, consapevole e umana».
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