Le piattaforme di moda accelerano l’integrazione globale
Durante la Paris Fashion Week SS26, marchi giapponesi come Mame Kurogouchi e Anrealage, insieme al taiwanese Shiatzy Chen, hanno presentato le loro collezioni attraverso show e presentazioni
di Sara Mariani
Gli eventi di moda in tutto il mondo, comprese capitali come Parigi, Milano e Londra, che prima erano piuttosto chiusi per i marchi stranieri, stanno ora puntando sempre di più all’internazionalizzazione. Durante la Paris Fashion Week SS26, marchi giapponesi come Mame Kurogouchi e Anrealage, insieme al taiwanese Shiatzy Chen, hanno presentato le loro collezioni attraverso show e presentazioni. A settembre, alla Milan Fashion Week, ha fatto il suo debutto uno dei principali brand indiani, Dhruv Kapoor, segnando un ulteriore passo verso il carattere sempre più globale dell’evento. Grazie alla nuova squadra del British Fashion Council, guidata da Laura Weir, il budget dedicato ai partecipanti esteri nel 2025 è stato raddoppiato, portando a un aumento del 18% della presenza internazionale alla London Fashion Week.
Un altro evento di spicco globale all’inizio dell’autunno è stato il BRICS+ Fashion Summit. Questo evento internazionale ha visto la partecipazione di oltre 250 delegati provenienti da 65 paesi, che si sono confrontati, hanno condiviso esperienze e discusso accordi vantaggiosi. L’obiettivo principale del Summit è aprire nuove opportunità per i paesi emergenti, offrendo loro accesso a contatti internazionali, conoscenze e risorse che accelerano lo sviluppo del settore, stimolano l’innovazione e ampliano le prospettive di export.

Il luogo scelto per il BRICS+ Fashion Summit e l’hub delle industrie della moda delle economie in rapida crescita è ancora una volta Mosca. Una scelta naturale, considerando che anche il settore moda russo ha attraversato negli ultimi anni un percorso di trasformazione e di ricostruzione di relazioni culturali e commerciali internazionali. Nel 2022, a causa delle sanzioni e della riduzione delle aziende straniere sul mercato, il settore dell’abbigliamento in Russia si è contratto del 37%. Ma già nel 2023 la situazione si è riassestata: il mercato della moda in Russia ha recuperato fino a raggiungere i 16,4 miliardi di dollari, quasi ai livelli pre-pandemia, secondo i dati di NEO. E nel 2024, il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, ha annunciato che la produzione di abbigliamento nella capitale è cresciuta di 62 volte negli ultimi cinque anni. Oggi, la Russia occupa il 12° posto nel mondo per volume di mercato fashion (oltre 30 miliardi di dollari) e continua a svilupparsi efficacemente in questo settore.
Quest’anno, al BRICS+ Fashion Summit sono stati affrontati temi caldi per tutte le economie in crescita: dalla decentralizzazione della moda all’etica dei prestiti culturali, dall’intelligenza artificiale allo sviluppo di settori collegati, fino a questioni ambientali, di inclusività e di nuovi modelli di interazione in un contesto economico in evoluzione. Oltre ai rappresentanti dell’industria della moda di Africa, Asia e America Latina, sono intervenuti anche attori europei e statunitensi, interessati a collaborare con i mercati emergenti.
“La collaborazione tra paesi con economie in via di sviluppo nel settore moda è fondamentale,” commenta Tonia Fouseki, Fondatrice e Presidente di Athens Fashion Week, “lavorando insieme, i mercati emergenti possono condividere conoscenze, best practice e innovazioni in design, produzione e marketing, accelerando la crescita e innalzando gli standard qualitativi. La collaborazione apre le porte a mercati e canali di distribuzione più ampi, permettendo a stilisti e marchi di raggiungere nuovi pubblici oltre i confini nazionali. E, infine, ampliare l’influenza attraverso la collaborazione rafforza lo sviluppo economico, creando posti di lavoro, sostenendo l’artigianato locale e incentivando l’innovazione.”

All’inizio dell’autunno, nella capitale russa si è svolto anche un altro grande evento: la Moscow Fashion Week, che si conferma come ulteriore esempio di internazionalizzazione della moda. Oltre 13 paesi – tra cui Cina, India, USA, Spagna, Sudafrica, Turchia e Brasile – hanno portato i loro marchi, dimostrando l’impegno di questa manifestazione nel valorizzare il potenziale di marchi indipendenti da ogni parte del mondo.
“La Moscow Fashion Week svolge un ruolo importante nello sviluppo globale della moda, ampliando la mappa culturale del settore. Questa apertura rende la narrativa della moda mondiale più ricca e innovativa. Per i marchi e gli stilisti, MFW stimola collaborazioni transfrontaliere, ispira nuove prospettive e mette in evidenza come l’autenticità sia un valore imprescindibile per il futuro del settore”, ha commentato Mayari Jubini, designer brasiliana di Artemisi, che lavora con star come Katy Perry, Demi Lovato e Usher.
Alla Moscow Fashion Week si sono visti i progressi dei giovani designer russi e l’attenzione dedicata alle nuove realtà emergenti. Oltre ai marchi già affermati a livello internazionale, come Ruban e Lena Karnauhova, hanno presentato le loro collezioni anche giovani talenti, come Lost Genome, fondata nel 2023 e già protagonista di passerelle di successo nel 2025, davanti a migliaia di spettatori provenienti da tutto il mondo.

“Eventi come il BRICS+ Fashion Summit e la Moscow Fashion Week sono fondamentali perché trasformano la moda in un vero ponte culturale. Permettono di condividere identità, tradizioni e visioni del futuro, creando spazi di dialogo tra brand e paesi. Attraverso di essi si costruiscono alleanze strategiche, si promuove la cooperazione internazionale e si stimola l’innovazione sostenibile. In definitiva, oltre le passerelle, la moda diventa uno strumento di diplomazia culturale e di sviluppo economico condiviso”, conclude Sergio Puig, direttore di Mediterranea Fashion Week Valencia.

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