Il sindaco scrive a Camera e Senato: “Agende in pelle? E noi?”
Ironica lettera di auguri ai presidenti delle camere da parte dell’amministrazione tradatese. Candiani: “Si tratta di un richiamo alla realtà a partire dallo scandaloso uso dei nostri soldi”
Cari presidente di Camera e Senato, non potreste avanzare qualche prestigiosa agenda in pelle e fornire il nostro comune di una più modesta agenda da tavolo? La singolare e ironica richiesta è stata avanzata dal sindaco di Tradate, Stefano Candiani, e dal vice Vito Pipolo. I due hanno infatti inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e del Senato, Renato Schifani, una lettera di auguri per le festività natalizie. Lettera nella quale si legge: «Ci è noto, per via stampa, che la Vostra istituzione ha impegnato, come sempre, ingenti risorse per rifornire gli onorevoli deputati e i loro collaboratori, di prestigiose agende verosimilmente in pelle, per segnare gli appuntamenti e i più gravosi impegni».
«Tenuto conto del diverso orizzonte di responsabilità di spesa davanti ai cittadini – prosegue la lettera firmata dai due amministratori tradatesi -, ci permettiamo di chiedervi, alla luce dei nuovi tagli applicati ai bilanci dei comuni, se tra gli avanzi di tali prestigiose forniture, non vi sia possibile lasciare qualche più modesta agenda da tavolo, anche per gli impegni di ufficio del comune di Tradate».
La lettera è stata inviata per conoscenza anche ai sindaci dei comuni della zona, chiedendo anche a loro di mandare la lettera, come protesta per i tagli contenuti nella manovra finanziaria. «Si tratta di un richiamo alla realtà a partire dallo scandaloso uso dei nostri soldi – spiega il primo cittadino tradatese -, che il Palazzo continua a fare in spregio ai sacrifici reali a cui siamo tutti sottoposti, come Enti Locali e come Cittadini. Desideriamo sottolineare, con ironia, la distanza abissale che c’è tra il livello di spesa dei nostri Enti Locali e quello delle altre Istituzioni dell’Amministrazione centrale dello Stato. Purtroppo nel clima di caccia alle streghe che la politica continua ad alimentare, contro se stessa, con scelte incongruenti con i sacrifici imposti ai cittadini, finiamo tutti nello stesso calderone, ma le cose, come ben sappiamo, non stanno così».
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