Pro Patria, scuse ai tifosi e multe ai giocatori
Al termine dello scialbo 0-0 con la Valenzana molti giocatori, contestati dai tifosi, non hanno salutato i sostenitori. Sembrano lontani i tempi in cui i mille dello Speroni erano il dodicesimo in campo
In poche righe il comunicato da parte della società che chiede scusa ai tifosi: «L’Aurora Pro Patria 1919 S.r.l. si scusa con tutti i tifosi bustocchi per l’increscioso episodio verificatosi durante la gara Pro Patria – Valenzana, comunica altresì che per i propri tesserati saranno adottati provvedimenti di natura sanzionatoria». Le poche parole inviate alla stampa si riferiscono a quanto è accaduto al termine della sfida con la Valenzana che i tigrotti hanno pareggiato domenica sul campo dello stadio Speroni quando quasi tutti i giocatori della Pro non sono andati sotto le tribune per il tradizionale saluto ai sostenitori. La causa del mancato saluto e anche delle tensioni tra alcuni di loro e la tifoseria è da ricercarsi nella brutta prestazione fornita dalla squadra, soprattutto nel secondo tempo.
Il clima in casa Pro Patria si è fatto molto teso a partire dall’annuncio degli ulteriori quattro punti di penalità inflitti alla società Aurora Pro Patria per i mancati adempimenti della scorsa travagliatissima stagione. Il clima di idillio tra tifosi e squadra che lo scorso anno ha caratterizzato la stagione biancoblù è svanito definitivamente dopo il match con i piemontesi. Durante tutta la partita sono piovuti fischi e "olè" ironici nei confronti di alcuni giocatori, in particolare i difensori, e alla fine uno di loro (Bonfanti) si è rivolto male ai tifosi che fischiavano facendo il segno di stare zitti con la mano davanti alla bocca. Un nutrito gruppo si è fermato a metà campo e non è andato a salutare la tifoseria mentre i soli Nossa e Polverini, due dei reduci dell’eroica annata 2010/2011, hanno ricevuto applausi.
L’anno scorso, pur tra mille difficoltà societarie, squadra e tifosi erano un tutt’uno e il pubblico dello Speroni era da considerarsi il dodicesimo uomo in campo per la Pro Patria. Le iniziative di sostegno, sia economico che morale, erano culminate con il roboante gesto dell’occupazione dello stadio da parte di giocatori e supporters. Quei tempi, 6 mesi fa, sembrano già un ricordo lontano e sbiadito.
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