Borsa in altalena dopo le parole di Berlusconi sulla crisi
Il discorso del presidente accolto a Piazza Affari con un 1,81% positivo, sulla scia della affermazione "Il nostro Paese è solido; abbiamo fondamentali economici solidi". Dopo mezz'ora i segni negativi
Malgrado sia iniziato alle 17.30 del 3 agosto, volutamente a Borsa chiusa, non ha lanciato proclami importanti nè fatto proposte risolutive il discorso di Berlusconi alla Camera sulla crisi. Un discorso che questa mattina, 4 agosto 2011, è stato accolto in apertura di borsa dei mercati finanziari milanesi con un + 1,81 partendo perciò da una iniziale fiducia alle parole del premier, per poi mano mano scendere verso il segno negativo e mostrando segni di grande instabilità.
Saranno poi le prossime ore finanziarie a dire davvero, dopo le prime speculazioni d’apertura, come è stato preso il discorso del presidente del Consiglio italiano: in cui il Premier ha ammesso l’esistenza della crisi ma inserendola in un contesto mondiale e non nazionale e dove ha detto di voler accettare il richiamo alla coesione nazionale, di cui il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato il massimo fautore.
«Il nostro Paese è solido; abbiamo fondamentali economici solidi – ha voluto ribadire Berlusconi – Le nostre banche hanno superato gli stress test europei; ovunque è aumentata l’incertezza, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone. L’Europa ha approvato la manovra economica dell’Italia. Tutti gli osservatori internazionali hanno giudicato adeguata e in modo positivo la manovra, anche in relazione alla tempistica» Reagisce così Berlusconi alle accuse di inadeguatezza delle manovre, puntualizzando che: «Come spesso succede nelle crisi di fiducia, i mercati non hanno valutato la nostra solidità, non hanno considerato la solidità del nostro sistema bancario, le condizioni patrimoniali delle famiglia. Le tensioni speculative si sono estese all’Italia ma non solo, problemi analoghi ci sono stati anche in molti altri paesi dell’area europea».
Nel discorso alla Camera, Berlusconi si è poi soffermato sia sugli scenari futuri dichiarando di voler andare avanti fino al 2013 e poi ha parlato della crisi economica che riguardano le aziende, comprese le sue. Queste le sue parole: «Nel 2013 ci presenteremo agli italiani con la serena coscienza di chi ha fatto tutto il possibile». Il presidente del consiglio ha poi concluso ricordando come la situazione odierna sia per lui ben nota: ««State ascoltando un imprenditore che ha tre aziende in Borsa e che quindi è nella trincea finanziaria, consapevole ogni giorno di quel che accade sui mercati» ha ribadito il premier: ammettendo così “dal di dentro” tutta la forza della crisi e riportando in auge il conflitto di interessi spesso negato.
Il dibattito alla Camera ha dato anche altre notizie: come quella fornita dal capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, che ha ribadito come “Non ci sono alternative all’alleanza Lega Pdl”, in risposta alle proposte di Bersani che ha offerto nel suo intervento un governo alternativo con Lega e Pdl ma senza Berlusconi. Il leader del Pd ha fatto la proposta dopo aver esordito con un «O lei ha sbagliato discorso o ha sbagliato Parlamento. Siamo in una situazione che non si può descrivere con i cieli azzurri e qualche nuvola. L’unico merito del suò discorso è la scelta dell’orario che è stato fatto a Borse chiuse».
Le vere controproposte le ha però lanciate Pierferdinando Casini, invitando il Governo ad anticipare le mosse della manovra finanziaria previste inizialmente per il 2014-2014. Ma l’impressione è che nessuna variazione strutturale sarà messa in atto, dopo il discorso del premier.
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