Carta regionale, Pd: “Si poteva risparmiare e togliere il ticket”
Il consigliere regionale Alessandro Alfieri fa i conti della spesa sostenuta per la CRS. «Ha portato molti vantaggi, ma anche sprechi di risorse»
Un milardo e mezzo di euro in dieci anni. Tanto è costata alla Regione "l’informatica sanitaria", ovvero la Carta regionale dei servizi. «Ma sono stati tutti soldi ben spesi?» si domanda Alessandro Alfieri, consigliere regionale del Partito democratico. «La carta – spiega l’esponente democratico – è stata indubbiamente un passo in avanti. Pensiamo solo ai benefici per i medici di abse e gli opratori sanitari. Ma i cittadini per cosa usano la CRS?». Sono molti infatti le possibilà che il servizio offre, da ultimo quello della carta sconto benzina: dalla prenotazione di visite sanitarie alla scelta del medico, dalle varie Dote scuola e lavoro alla richiesta di patrocini passando per il servizio del Portale dei tributi, dai servizi di Equitalia alla casella postale certificata. «Insomma – continua Alfieri – secondo quanto ci racconta Regione a quasi dieci anni dalla sua introduzione la carta dovrebbe essere lo strumento più utilizzato dai cittadini lombardi e avrebbe dovuto eliminare gli sprechi. Ma chiunque di noi, sa bene che non è così».
Secondo Alfieri, che è anche vicesegretario regionale del Pd, sono solo quattro le funzioni
realmente sfruttate: tesserino di indentificazione nelle sedi regionali; certificazione della maggiore età ai distributori automatici di sigarette; codice fiscale e tessera sanitaria in farmacia; carta sconto benzina nella fascia confinaria. «Ma quanto sono costati però tutti i potenziali servizi della CRS? Secondo dati ufficiali regionali, dal 2001 al 2011 la Regione ha speso 1.532.182.157,57 euro e per la Provincia di Varese 136.364.212.02 (escluso il costo per il serivio di Carta sconto benzina, ndr). Al singolo contribuente è costata finora 214,6 euro». Troppo secondo Alfieri, che critica anche il sistema di gestione scelto. «Tutta la partita è nelle mani di Lombardia informatica, che non è altro che un carrozzone in cui sono stati parcheggiati anche politici senza incarichi e che fatica a rinnovarsi. Basta pensare che a questa controllata della Regione spetta un canone annuale di 11, 25 euro per ogni carta attivata e 8 euro per ogni tessera non consegnata».
Secondo il consigliere e il gruppo regionale del Pd parte di queste risorse poteva essere risparmiata e investita in altro modo, ad esempio per eliminare il ticket sui farmaci. «Nel solo 2010 – conclude – Regione ha stanziato oltre 250 milioni di euro per la carta dei quali più di 22milioni per Varese. Se paragoniamo questo dato a quello degli introiti provenienti dal pagamento del ticket farmaceutico in provincia, ovvero 18,8 milioni di euro, è evidente che con una gestione della CRS più attenta ed economica si sarebbero potuti evitare spreschi. Ancora più importante, avremmo potuto ripensare il ticket: cancellarlo del tutto o toglierlo per i reddito medi e bassi».
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