Manovra, Berlusconi e Tremonti incontreranno le Regioni
Giornata convulsa a Roma, fra trattative e scontri di piazza con i terremotati dell'Aquila. L'appuntamento governo-regioni venerdì a Palazzo Chigi. Il voto finale sulla manovra in Senato intanto slitta al giorno 15
I presidenti delle Regioni potranno incontrare il capo del governo Berlusconi e il ministro Tremonti: è una delle novità al termine di uan convulsa giornata di politica nella capitale: giornata che ha visto, tra l’altro, scontri fra i terremotati aquilani diretti verso le massime sedi istituzionali e le forze dell’ordine, con un bilancio di alcuni feriti tra i manifestanti. L’appuntamento fra i rappresentanti delle regioni e quelli del governo avrà luogo a Palazzo Chigi venerdì 9 luglio alle 11.
A dare il segnale di una parziale schiarita una nota del governo, che comunque ribadisce numeri alla mano l’intangibilità delle voci portanti della manovra, su cui sarà posta la fiducia in Parlamento, e la presenza di "criticità" in primo luogo sulla gestione della sanità di parte di molte regioni. Resta sospesa nell’aria la minaccia di rimettere le deleghe da parte dei governatori, confermata in particolare da Formigoni. Ad addolcire la pillola, il riferimento del governo al federalismo fiscale, approvabile entro l’anno e dunque prima dell’entrata in vigore della manovra. Manovra entro la quale, in una pioggia di emendamenti, appaiono anche misure dedicate alla libertà d’impresa, quali la possibilità di avviarne una tramite una segnalazione corredata da elaborati tecnici che consentano in un momento successivo (entro un mese) i controlli.
Intanto, se le Regioni sono perlomeno riuscite a farsi convocare in extremis, dalla giornata emergono "vincitori" e "vinti" nella lotta per modificare le disposizioni della manovra. Per le forze di polizia sono in arrivo 160 milioni di euro complessivi, 80 per il 2011 e altrettanti per il 2012; resta in vigore il blocco triennale degli scatti di carriera. Resta invece l’aumento dell’Ires per le assicurazioni. E anche i diplomatici restano sul piede di guerra contro una manovra che certo non favorisce la Farnesina: e si parla di un possibile sciopero, iniziative certo clamorosa e insolita per il settore.
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