L’ospedale di Cuasso e il cantiere infinito
Sono ancora fermi i lavori di ristrutturazione. Attualmente sono in corso verifiche sulla stabilità antisismica, un controllo voluto dalla Regione. Qualcosa, però, si inaugura
Il progetto iniziale prevedeva due lotti: uno da tre milioni e mezzo e uno da sette milioni. Mentre per il primo si era ottenuto il finaniamento che, però, oggi risulta insufficiente, la seconda fase dei lavori è in alto mare.
Il cantiere di Cuasso ha presentato molte criticità e anche la rescissione del contratto ha contribuito ad allungare i tempi: «L’opera di ristrutturazione è al 60% – spiega il dottor Sergio Tadiello, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera – La risoluzione per gravi inadempienze ha comportato uno slittamento dei tempi e delle opere. La settimana prossima, però, inaugureremo il bar a piano terra. Un lavoro che ci veniva chiesto con insistenza e che abbiamo ultimato grazie alle nostre forze interne. Stiamo anche procedendo alla sostituzione delle caldaie e degli ascensori. Sono tutti lavori abbastanza onerosi che vogliamo, però, concludere in tempi stretti perchè urgenti. Per il resto, dobbiamo aspettare la relazione dei tecnici impegnati a verificare la staticità dello stabile. A conti fatti, manca il controsoffitto al terzo piano, mentre il primo piano è totalmente al rustico. Il piano terra, invece, sta per riaprire sia con il bar sia con il cup che contiamo di realizzare in tempi stretti. Entro un mese, infine, avremo anche rinnovato cucina e mensa».
Attualmente, all’ospedale di Cuasso sono ricoverati nei reparti di riabilitazione ( medica, cardiologia e pneumologica) un’ottantita di pazienti. E proprio da uno di loro arriva l’ennesimo appunto: «Vorrei segnalare il grande disagio a cui sono sottoposti i malati ricoverati presso l’ospedale di Cuasso al Monte. I celluari prendono poco e niente, con qualsiasi operatore esso sia, e sono praticamente inutilizzabili, e i telefoni pubblici a scheda della Telecom sono fuori uso da tempo e non funzionano per niente. Praticamente i malati sono totalmente isolati, e la loro convalescenza è resa ancora più pesante da questo spiacevole inconveniente».
Un inconveniente che la direzione ospedaliera sa bene e che sta lavorando per risolvere: « Prima, però, dobbiamo intervenire per migliorare la connettività interna legata allo sviluppo della telemedicina e dei rapporti con l’ospedale di Circolo».
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