Chi si ricorda dei Sons Of Champlin?
Erano un gran gruppo, purtroppo mal gestito.
I lettori più “esperti” ed assidui della nostra rubrica mi invitano ad inserire ogni tanto anche cose meno note: vediamo di accontentarli senza esagerare, ad esempio con questi Sons of Champlin. Gruppo californiano della Bay Area, i Sons Of Champlin sono il classico esempio di una band molto promettente alle prese con un management inadeguato. Le loro differenti formazioni continuavano a cambiare intorno al leader – il pianista, chitarrista e cantante Bill Champlin che addirittura li aveva chiamati “suoi figli” – proprio perché vi era questo senso di non riuscire ad emergere finalmente. Se dovessi dare un riferimento potrei citarvi i Chicago di quello stesso periodo (non è forse un caso che anni dopo Bill Champlin ne entrerà a fare parte) che non erano più quelli delle lunghe jam del primo disco ma nemmeno quelli un po’ sdolcinati degli anni ’80. Quindi grande influsso della musica black con sezione fiati in bella vista, ma anche assoli rock di chitarra a profusione. Insomma, un peccato che alla fine siano rimasti nell’anonimato: val la pena almeno ascoltare questo loro quinto disco.
Curiosità: difficile trovarne su formazioni così poco indagate dalla stampa. Interessante sapere che l’attività come compositore di Bill Champlin nel tempo non sia stata del tutto sconosciuta visto che vinse addirittura due Grammy: il primo per “After the love has gone” degli Earth, Wind & Fire, ed il secondo per “Turn Your Love Around” di George Benson.
La Rubrica 50 anni fa la musica
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