Agile occupata: “Vogliono liberarsi di noi, ma resistiamo”
Il gruppo Omega prevede diecimila esuberi in tutta Italia: la sede di Pregnana è occupata da una settimana, su 430 lavoratori ne verranno licenziati 237. L'area è a due passi da Rho e dalla zona dell'Expo
«Qui siamo tutti cinquantenni, padri e madri di famiglia. Non abbiamo proprio la faccia dei rivoluzionari, non le pare?»
Fuori dalla sede Agile (gruppo Omega) di Pregnana Milanese ci sono più di cinquanta lavoratori, dentro una ventina di loro occupano l’edificio. Tecnici e quadri, età media intorno ai cinquant’anni, protestano per il mancato pagamento di tre mesi di stipendi, ma soprattutto lottano contro i tagli annunciati dal gruppo Omega: nell’unità produttiva nei pressi di Rho lavorano in 430, sono previsti 237 esuberi. Poco più della metà, la stessa percentuale che si riscontra a livello nazionale, dove è previsto il licenziamento di 1200 su 2000 lavoratori.

«Da mesi – spiega il rappresentante sindacale Mauro Gambelli – denunciavamo la mancanza di qualunque piano industriale e il disinteresse per le attività. In più da luglio non abbiamo più ricevuto gli stipendi». Da pochi giorni ad alcuni è arrivata la busta paga di agosto. Ma nel frattempo il 22 ottobre è arrivata anche la lettera che annuncia gli esuberi: 1197 su poco meno di 2000 lavoratori in tutta Italia, ripartiti tra le varie sedi di Roma Tiburtino, Ivrea, Milano, Pregnana. Lo scorso 4 novembre i lavoratori della sede nei pressi di Rho hanno deciso di occupare: «Vogliamo soprattutto impedire – spiegano i lavoratori – che sia portata via la documentazione che potrebbe far luce sui movimenti e le scelte fatte nei mesi scorsi» Il blocco al cancello d’ingresso è attento, si entra solo accompagnati da una persona che possa controllare le operazioni compiute. «I lavoratori di Eutelia e delle altre società possono entrare liberamente» ci raccontano, «l’occupazione riguarda solo Agile», cioè la società ceduta a giugno alla romana Omega spa.
Sulla strada ci sono i gazebo, un bidone in cui brucia un fuoco per scaldarsi, come negli scioperi di ogni epoca. Ma i
cartelli riportano i nomi delle tante società della new economy coinvolte a vario titolo: «Agile, Eutelia, Omega: cessione + mobilità = truffa» sintetizza uno striscione appeso al palo di "Via ai laboratori Olivetti". Il nostalgico stradario comunale ricorda che i primi insediamenti del settore a Pregnana sono nati dal colosso dell’informatica di Ivrea. Poi è arrivata Bull, assorbita nel dicembre 2006 dalla Eutelia della famiglia Landi, allora in piena espansione. Tant’è vero che nella sede a due passi da Rho lavorano anche i tecnici che vengono dalla multinazionale olandese Getronics, acquisita nel giugno 2006 da Eutelia.

Ma ora Eutelia naviga in cattive acque ed è pressata dalle banche creditrici, tra cui Monte dei Paschi di Siena e Intesa: il 16 giugno ha ceduto un ramo d’azienda con 2000 lavoratori alla Agile
(controllata di cui detiene il 100% delle quote). «E nello stesso giorno ci ha ceduto al gruppo Omega» continua Mauro Gambelli. Un valzer di acquisizioni e cessioni che – temono i lavoratori coinvolti, che per questo vogliono salvaguardare la documentazione in azienda – potrebbe nascondere il tentativo di creare una sorta di bad company, su cui scaricare lavoratori e debiti. L’operazione permetterebbe ad Eutelia di rimettersi in sesto dal punto di vista finanziario e di essere messa sul mercato con un valore appetibile. Anche perché la società di Arezzo ha un patrimonio non indifferente: reti di fibra ottica (quasi 13mila km) e numerose proprietà immobiliari. Compresa la sede di Pregnana, che si trova in piena zona Expo, a due passi dalla A4 Milano-Torino, dall’A8 Dei Laghi e dalle linee ferroviarie: un’area che farebbe gola a chiunque, nel caso in cui l’attività fosse dismessa. Il bello è che, nonostante la riduzione dei contratti e la mancanza di piano industriale, l’attività c’è ancora: mentre decine di colleghi presidiano la sede di via "Ai laboratori Olivetti", centinaia stanno ancora lavorando al servizio di numerosi clienti, tra cui Sky, l’Istituto dei tumori, la Provincia e il Comune di Milano.

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