Chi si ammala di Covid non deve più stare in isolamento: cade l’ultimo obbligo della pandemia
La decisione presa dal Consiglio dei Ministri che lo ha inserito nel decreto omnibus. I contagi sono in leggera ripresa: nell'ultima settimana in Lombardia sono stati 846

Chi si ammala di covid non dovrà più rimanere chiuso in casa. Nell’ultimo consiglio dei ministri è stato fatto decadere l’obbligo di isolamento a chi risulta positivo. Il SarsCoV2 non fa più paura: anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la fine della pandemia lo scorso 5 maggio.
In Italia, questa infezione non viene più trattata in modo differente rispetto ad altre malattie. Il ministro della Sanità Schillaci ha spiegato che la misura si è resa necessaria dall’andamento epidemiologico, migliorato grazie anche ai vaccini e ai farmaci. Con tampone positivo e persino in caso di sintomi non sarà più vietato uscire di casa.
La decisione arriva in un momento in cui i dati sono in risalita: a livello mondiale i casi segnalati sono stati più di un milione nelle ultime tre settimane con oltre 3000 decessi. L’impennata è concentrata soprattutto nella regione del Pacifico occidentale. Nello stesso periodo, però, l’Europa ha visto crollare il numero dei nuovi positivi ( – 66%).
In Italia, l’ultimo bollettino del Ministero della Salute parla di 5.732 casi, in aumento del 32% rispetto alla settimana precedente, e 41 decessi ( anche in questo caso l’aumento è del 35%). L’Indice Rt è salito sopra quota 1, a 1,07. In risalita dell’1,3% anche l’occupazione dei letti di area medica e dell’1,1% quelli di terapia intensiva.
L’aumento dei nuovi casi si registra anche in Lombardia dove l’incidenza è passata da 5 del periodo 14-20 luglio a 5,7 della settimana del 21-7, all’ultimo dato del 3 agosto che si attesta all’8,5%. I nuovi casi nella settimana a cavallo tra luglio e agosto sono stati 846 e il tasso di positività rispetto ai tamponi eseguiti è stato del 3,4%.
Rimane molto bassa l’occupazione dei letti in ospedale: lo 0,2% nei reparti di area medica e lo 0,1% in quelli di terapia intensiva.
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